Diete plant-based: tra salute e sostenibilità

Diete plant-based: tra salute e sostenibilità

Negli ultimi anni, le diete plant-based hanno guadagnato sempre più popolarità. Si tratta di regimi alimentari che si concentrano principalmente su alimenti di origine vegetale, riducendo drasticamente o eliminando del tutto l’assunzione di alimenti di origine animale, dalla carne alle uova, al latte e al miele. I protagonisti di questa tipologia alimentare sono quindi frutta, verdura, cereali integrali, legumi, noci e semi.

Esistono varie sfumature nelle diete plant-based, ognuna con gradi diversi di restrizione riguardo ai prodotti di origine animale. Alcune persone si concedono piccole quantità di carne, pesce, latticini o uova sporadicamente, mentre altre abbracciano la dieta vegana, escludendo completamente tutti i prodotti di origine animale. Altri ancora optano solo per il consumo di pesce.

Le motivazioni dietro queste scelte alimentari spaziano dalle considerazioni etiche per gli animali e l’ambiente, a ragioni sempre più diffuse legate alla salute. Una dieta plant-based, se ben pianificata, infatti, non solo fornisce tutti i nutrienti essenziali come proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, ma può anche contribuire a ridurre il rischio di malattie cardiometaboliche e sostenere il controllo del peso.

Un’analisi svolta su 11 trial clinici ha evidenziato che diete a base vegetale (non necessariamente prive di prodotti a base di carne, uova e latticini), se confrontate con le diete tradizionali, possono portare a una riduzione significativa del peso corporeo, del BMI (indice di massa corporea), dei livelli di glicemia, del colesterolo totale e del colesterolo a bassa densità (LDL).

Gli effetti positivi su diversi fattori legati al rischio cardiometabolico possono essere attribuiti a vari cambiamenti nella qualità e quantità della dieta. In primo luogo, chi elimina carne, uova e latticini riduce l’apporto calorico grazie al minor contenuto di grassi e all’incremento della fibra alimentare. La transizione da una dieta occidentale tipica a una plant-based riduce poi il colesterolo grazie alla minore assunzione di grassi saturi e colesterolo nella dieta. L’elevato contenuto di fibre alimentari rallenta la sintesi di colesterolo da parte del fegato, ne riduce l’assorbimento intestinale e aumenta l’eliminazione degli acidi biliari attraverso le feci. Infine, abbandonare diete ricche di grassi a favore di diete plant-based può anche ridurre l’accumulo di lipidi intramuscolari e specie reattive dell’ossigeno, contribuendo a una riduzione dello stress metabolico.

In definitiva, le diete plant-based offrono sicuramente una gamma di benefici per la salute, ma è essenziale adottarle in modo responsabile. È fondamentale infatti considerare anche gli aspetti negativi di tali regimi dietetici e riconoscere che, se non bilanciati dall’integrazione alimentare, possono comportare carenze nutrizionali, ad esempio di vitamina B12, ferro, calcio, zinco e omega-3. Per questo, è consigliabile adottare una dieta plant-based in modo oculato e sotto la supervisione di un professionista della nutrizione.

Fonti:

  • Termannsen AD, Clemmensen KKB, Thomsen JM, Nørgaard O, Díaz LJ, Torekov SS, Quist JS, Faerch K. Effects of vegan diets on cardiometabolic health: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Obes Rev. 2022 Sep;23(9):e13462.
  • Koutentakis M, Surma S, Rogula S, Filipiak KJ, Gąsecka A. The Effect of a Vegan Diet on the Cardiovascular System. J Cardiovasc Dev Dis. 2023 Feb 22;10(3):94.
  • Bakaloudi DR, Halloran A, Rippin HL, Oikonomidou AC, Dardavesis TI, Williams J, Wickramasinghe K, Breda J, Chourdakis M. Intake and adequacy of the vegan diet. A systematic review of the evidence. Clin Nutr. 2021 May;40(5):3503-3521.