In questi giorni, l’industria agro-alimentare è al centro del dibattito pubblico; le recenti proteste hanno, infatti, puntato un faro sulla necessità di conciliare una sempre maggiore richiesta di cibo con le ripercussioni ambientali delle produzioni alimentari in ottica di sostenibilità e i fattori economici in gioco.
Se da una parte le risposte politiche ed istituzionali a questo problema non sono immediate, anche i consumatori possono agire concretamente per ottimizzare la food chain. Come? Limitando il più possibile lo spreco alimentare.
Quando si parla di catena del consumo degli alimenti, è proprio il consumatore finale a essere tra i principali responsabili del food waste: nella sola Europa, l’anno scorso si sono sprecati circa 60 milioni di tonnellate di cibo, vale a dire, mediamente, più di un quintale di cibo è stato gettato da ogni cittadino europeo nel 2023.
Ne ha parlato recentemente anche la responsabile Sostenibilità WWF Italia, Eva Alessi, in occasione della Giornata Nazionale contro lo Spreco Alimentare. Ridurre lo spreco domestico è il primo passo, soprattutto in Italia dove, secondo l’Osservatorio Waste Watcher, ogni settimana cestiniamo mezzo chilo di alimenti ancora edibili tra frutta, verdura, latte, yogurt e pane.
Perché sprechiamo così tanto cibo? Ecco le contromisure
Purtroppo, la globalizzazione ha portato con sé una certa “cultura dello spreco”. La popolazione mondiale è in costante aumento e il benessere dei Paesi industrializzati si accompagna a un altrettanto costante aumento degli sprechi alimentari.
Inoltre, un interessante studio pubblicato sulla rivista scientifica Appetite ha concettualizzato alcune motivazioni psico-sociali che portano a una insufficiente gestione degli avanzi alimentari. Alcune tendenze, in accordo al contesto culturale di appartenenza, riguardano la vera e propria abilità nel gestire gli approvvigionamenti domestici. Altre motivazioni sono da ricercare nella propria predisposizione, poca motivazione o incompatibile stile di vita.
Tra i consigli pratici proposti dallo studio troviamo:
- Imparare a pianificare la spesa sulla base di piani alimentari definiti settimanalmente,
- Controllare sempre le proprie scorte prima di andare al supermercato, facendo attenzione alle date di scadenza di cibi che potrebbero essere ancora consumati,
- Cucinare la quantità indispensabile alla consumazione o altrimenti ridurre le porzioni consuete,
- Conservare correttamente i cibi nelle dispense (dietro vanno gli ultimi acquisti, davanti i più “vecchi”) e se possibile congelarne porzioni per un uso all’occorrenza,
- Sbizzarrirsi a inventare ricette con gli ingredienti avanzati.
Vuoi sapere se l’Italia ha a cuore il tema dello spreco alimentare? Guarda il nostro articolo sulla nuova campagna di educazione pubblica del Ministero della salute. https://www.nutrimi.it/nuovo-opuscolo-del-ministero-della-salute-una-guida-completa-su-nutrizione-e-stile-di-vita-sano/.
Riferimenti
- About Food Waste, EU Commission https://food.ec.europa.eu/safety/food-waste_en
- Non gettiamo soldi e natura nella spazzatura, WWF Italia https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/non-gettiamo-soldi-e-natura-nella-spazzatura/
- Aloysius, N. et al (2023). Why people are bad at leftover food management? A systematic literature review and a framework to analyze household leftover food waste generation behavior. Appetite, 186, 106577