Biodiversità alla base della vita

Nella loro vita quotidiana le persone dipendono dalla biodiversità in modi che non sono sempre evidenti o apprezzati. Con questo termine ci riferiamo infatti alla varietà della vita sulla Terra, un determinante ambientale chiave della salute umana. Gli ecosistemi sani e ricchi di biodiversità forniscono aria pulita, acqua dolce, cibo, fonti di carburante, limitano l’insorgenza di malattie infettive e contribuiscono a contrastare il cambiamento climatico. Tuttavia, negli ultimi anni, la perdita di biodiversità sta avvenendo ad un ritmo senza precedenti, minacciando la salute e il benessere dell’uomo. 

Ma cosa significa biodiversità?  

Il termine “biodiversità” è stato coniato recentemente, nel 1988, dall’entomologo americano Edward O. Wilson e definito dalla Convenzione ONU sulla Diversità Biologica come la «variabilità tra gli organismi viventi di ogni origine, compresi, inter alia, gli ecosistemi terrestri, marini ed acquatici e i complessi ecologici di cui essi fanno parte, includendo la diversità in una stessa specie e tra ecosistemi». Questi multipli livelli di diversità contribuiscono alla stabilità e alla resilienza del pianeta.  

 Biodiversità e salute: un legame complesso  

Sebbene la letteratura esistente riconosca una stretta interconnessione, i percorsi causali che collegano la biodiversità alla salute rimangono meno chiari. In risposta a questa lacuna, una recente revisione di Robinson et al. ha analizzato le interazioni che si verificano tra un particolare componente della biodiversità e la risposta associata alla salute, utilizzando diversi livelli di evidenza (basso, moderato, moderato-alto e alto). Dalla ricerca emerge un livello moderato di evidenza nella correlazione tra microbiota e salute umana: l’esposizione a diversi microbioti ambientali sembra essere essenziale per la regolazione del sistema immunitario ma anche per la funzione digestiva, la risposta infiammatoria e la segnalazione cellulare. Un livello di evidenza moderato-alto è stato invece riscontrato tra il nesso natura-salute umana: l’esposizione e la connessione con la natura sembrano infatti contribuire alla riduzione dello stress, della depressione e dell’ansia e al ripristino dell’attenzione. Oltre a ciò, gli ambienti naturali favoriscono le attività sociali e l’esercizio fisico portando indirettamente a vari benefici per la salute e il benessere, ad esempio migliorando la coesione sociale, il funzionamento cardiovascolare e riducendo la probabilità di essere sovrappeso. Gli spazi verdi, soprattutto nei centri urbani, oltre a contribuire alla riduzione dell’inquinamento atmosferico migliorando la qualità dell’aria, abbassano il livello di calore mitigando gli effetti del cambiamento climatico. Nonostante lo studio fornisca una valutazione completa delle prove attuali a sostegno dei collegamenti tra biodiversità e salute umana, si sottolinea la necessità di ulteriori ricerche mirate che incorporino parametri specifici della biodiversità per affinare la comprensione delle connessioni tra i diversi fattori ecologici e la loro influenza sulla salute umana.   

“Un mondo obeso che muore di fame” 

L’intensificazione della produzione alimentare e il radicale cambiamento dei modelli alimentari stanno significativamente contribuendo alla perdita di biodiversità: i sempre più visibili segni dell’intervento umano (quali deforestazione, contaminazione chimica, inquinamento, sovrasfruttamento delle risorse, produzione di gas serra e riscaldamento globale) stanno determinando profonde e irreversibili alterazioni con una progressiva perdita delle caratteristiche naturali a favore di un ambiente sempre più “umanizzato”. Da un lato, i danni alle produzioni agricole, dovuti all’incrementato numero di eventi atmosferici avversi a causa del cambiamento climatico, contribuiscono a ridurre la disponibilità di cibo con ripercussioni negative soprattutto sui piccoli produttori locali e sulle popolazioni più povere, il cui sostentamento dipende dalle risorse naturali. Dall’altro, il sempre più facile accesso economico a cibi grassi e raffinati ha comportato un impoverimento ed una omogeneizzazione delle diete a livello globale, con la riduzione di prodotti locali e di stagione, soprattutto vegetali ricchi di fibre, a favore di alimenti tipici della Western Diet. Pertanto, nonostante si produca sufficiente cibo per l’intera umanità, coesistono contemporaneamente forme di malnutrizione estreme ed opposte che impattano negativamente sulla salute globale.    

Ridurre l’impatto dell’uomo sulla biodiversità 

Una ricca biodiversità non solo sostiene gli ecosistemi ma garantisce una dieta diversificata e nutriente. Fare ogni giorno scelte alimentari consapevoli e promuovere uno stile di vita sostenibile, permette di ottenere contemporaneamente effetti favorevoli sulla salute umana e sull’ambiente in cui si vive. La Dieta Mediterranea è considerata un modello ideale di dieta sana e sostenibile: oltre a prevenire diverse patologie croniche (come malattie cardiovascolari, diabete, obesità e alcune neoplasie) ha un impatto ambientale minore rispetto a modelli “occidentali”, un ritorno positivo sull’economia locale, valorizza la biodiversità e ha un importante significato socioculturale basato su convivialità e condivisione.  

Pertanto, è consigliato aumentare il consumo di cereali integrali, legumi, frutta oleosa, frutta e verdura (possibilmente locali e di stagione), limitando il consumo di proteine animali, alimenti e bevande ricchi di zuccheri, grassi saturi e/o sale. La diversità alimentare e l’utilizzo di prodotti freschi e tipici del territorio sono essenziali per sostenere la locale biodiversità e promuovere pratiche agricole sostenibili.   

Una sfida per il futuro 

Emerge come la perdita di biodiversità si ripercuota con effetti catastrofici per il pianeta e il benessere dell’uomo. Incalza la necessità di azioni politiche concrete che promuovano e gestiscano il ripristino degli ecosistemi come intervento di sanità pubblica. In occasione della settantasettesima Assemblea Mondiale della Sanità, tenutasi a inizio giugno, è stata approvata con ampio supporto degli Stati Membri, una nuova risoluzione sul cambiamento climatico e la salute che pone l’attenzione sull’importanza di una azione urgente e radicale per contrastare i danni alla salute legati al riscaldamento globale. Sebbene la crisi sia ormai ampiamente riconosciuta, la politica non è ancora stata in grado di bloccarne il declino, e gran parte di questo fallimento è attribuibile alla mancanza di integrazione nelle politiche pubbliche di azioni volte alla tutela della biodiversità. Proteggerla è tra le sfide più importanti e critiche che l’umanità deve affrontare ma rappresenta al contempo una azione di fondamentale importanza per assicurare un futuro sostenibile alle generazioni future.   

 

Articolo a cura di Amalia Prigione 

Riferimenti 

  • Robinson, J. M., Breed, A. C., Camargo, A., Redvers, N., & Breed, M. F. (2024). Biodiversity and human health: A scoping review and examples of underrepresented linkages. Environmental Research, 246, 118115. https://doi.org/10.1016/j.envres.2024.118115  
  • Framework for Action on Biodiversity for Food and Agriculture. (2022). In Framework for Action on Biodiversity for Food and Agriculture. FAO. https://doi.org/10.4060/cb8338en 

 

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