L’assunzione giornaliera di tè, nell’ambito di un’alimentazione sana ed equilibrata, potrebbe associarsi ad un ridotto rischio cardiovascolare e di mortalità: a rivelarlo una revisione scientifica pubblicata da un team di ricercatori internazionali sulla rivista Advances in Nutrition.
In tutto il mondo il tè è la bevanda più popolare, dopo l’acqua. Proprio per via del suo consumo estensivo e diffuso, anche un modesto effetto sulla salute potrebbe avere ampie implicazioni. Questo studio si è posto l’obiettivo di determinare la relazione tra il suo consumo e il rischio di malattie cardiovascolari e di mortalità per tutte le cause, nella popolazione adulta in salute, al fine di fornire l’evidenza più comprensiva e aggiornata in materia.
Gli autori hanno analizzato i database PubMed, EMBASE, Web of Science, Cochrane Central Register of Controlled Trials, Food Science and Technology Abstracts, and Ovid CAB Abstract, selezionando 39 studi prospettici (nessun trial ha soddisfatto i criteri di inclusione) analizzati mediante una revisione sistematica e a una metanalisi dose-risposta.
Secondo i risultati, ogni tazza in più di tè (236,6 mL) consumata nella giornata sarebbe associata ad una riduzione del 2% del rischio di eventi cardiovascolari, del 4% della mortalità cardiovascolare e dell’1,5% la mortalità per tutte le cause.
Relativamente alla riduzione del rischio di mortalità, sembrerebbero beneficiare maggiormente del consumo di tè chi è in età più avanzata (> 65 anni).
Alla base delle associazioni riscontrate, sarebbero diversi i possibili meccanismi biologici. Secondo gli autori, il più rilevante potrebbe essere quello esplicato dai flavonoidi – ogni tazza di tè nero ne conterrebbe mediamente 280 mg, di tè verde 338 mg – grazie alla loro capacità di riduzione della pressione sistolica e diastolica, e alle proprietà antiossidanti, utili per la protezione da patologie cronico-degenerative.
Nonostante le forza dell’evidenza bassa o moderata rilevata in questo studio, gli autori auspicano approfondimenti ulteriori sul tema – specialmente mediante studi randomizzati – considerato che quella di bere quotidianamente tè è un’abitudine semplicissima e banale, ma con un grande potenziale in termini di impatto sulla salute pubblica e sulla riduzione delle patologie croniche.
Chung, M., Zhao, N., Wang, D., Shams-White, M., Karlsen, M., Cassidy, A., … & Wallace, T. C. (2020). Dose–Response Relation between Tea Consumption and Risk of Cardiovascular Disease and All-Cause Mortality: A Systematic Review and Meta-Analysis of Population-Based Studies. Advances in Nutrition.