Negli ultimi anni si è registrato un aumento nell’utilizzo di bevande vegetali anche nell’età pediatrica. Il Nutrition Committee della North American Society For Pediatric Gastroenterology, Hepatology & Nutrition (NASPGHAN) ha analizzato in un position paper le criticità a riguardo, mettendo in guardia sui possibili effetti negativi legati alla somministrazione di queste bevande al posto del latte tradizionale.
L’analisi è relativa ad un contesto americano, tuttavia, considerata questa possibile tendenza anche in Italia, i dati sono potenzialmente rilevanti a livello globale.
Nei primi 4-6 mesi, il latte materno dovrebbe essere l’unico alimento da utilizzare, dopodiché il consumo di latte è indicato in tutte le fasi della vita, ma importantissimo soprattutto in età pediatrica, in quanto fonte di proteine di elevato valore biologico, calcio e vitamine.
La principale differenza tra il latte vaccino e le bevande vegetali sta nelle proteine, sia per quanto riguarda la quantità che la qualità: considerando il valore proteico per porzione (tenendo conto quindi sia della quantità che del valore biologico), una bevanda di soia o pisello equivale soltanto al 60% del valore proteico del latte vaccino, una di avena al 36%, di riso all’8% e di mandorla al 2%. In base al brand, inoltre, il contenuto calorico può essere molto variabile così come la quantità di zuccheri; molte di queste bevande sono fortificate con calcio o vitamine.
Gli effetti negativi di un utilizzo non adeguato delle bevande vegetali in età pediatrica sono evidenti in letteratura e influiscono soprattutto sulla crescita: sono state riscontrate ad esempio difficoltà ad aumentare di peso, ridotta statura, denutrizione calorica proteica, oltre che disordini elettrolitici, calcoli renali e carenze nutrizionali specifiche come l’anemia, deficit di vitamina A e D, scorbuto e rachitismo. Nel caso dei neonati, la somministrazione di bevande vegetali è a maggior ragione inadeguata, considerato che in questa fascia di età la maggiore parte del fabbisogno nutrizionale è coperto proprio dal latte (materno o formula).
Per quanto riguarda i soggetti pediatrici allergici al latte vaccino, l’eventuale scelta di somministrare bevande vegetali deve essere comunque adeguatamente ponderata. Latti o formule di soia potrebbero essere adatti alla maggior parte dei soggetti, ma non a tutti. Per quanto riguarda l’allergia, EPSGHAN consiglia l’utilizzo di idrolisati proteici o formule a base di aminoacidi.
Nel complesso, il gruppo di studio di NASPGHAN reputa le bevande vegetali attuali inappropriate per la sostituzione del latte nella dieta dei bambini, soprattutto poiché incapaci di soddisfare le esigenze di proteine, calcio e vitamina D.
Nei casi in cui le bevande vegetali siano effettivamente utilizzate in sostituzione del latte, il medico dovrebbe seguire attentamente la pianificazione della dieta, per includere anche fonti proteiche alternative e adeguati apporti di calcio, ferro, vitamine B12 e D. Qualora il loro consumo sia invece solo occasionale, non sussistono motivi di preoccupazione.
Si consiglia infine, negli interessi del consumatore, di non etichettare una bevanda come “latte” a meno che sia tale o abbia un valore nutrizionale molto simile, auspicando anche una maggiore educazione alimentare del consumatore stesso al fine di aumentarne la consapevolezza circa le proprietà nutrizionali di questi prodotti.
Merritt, R. J., Fleet, S. E., Fifi, A., Jump, C., Schwartz, S., Sentongo, T. Duro, D., Rudolph, J., Turner, J. (2020). NASPGHAN Position Paper. Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition.