Secondo i dati più recenti, l’obesità è un fenomeno mondiale che desta sempre più preoccupazione. Nel mondo sono oltre 800 milioni gli adulti che convivono con questa malattia e non più incoraggiante la situazione per i giovani, con una previsione di aumento dell’obesità infantile del 60% nel prossimo decennio, raggiungendo oltre 250 milioni di bambini entro il 2030. Questi sono solo alcuni dei dati presentati nell’Atlante Mondiale dell’Obesità (World Obesity Atlas 2022) della World Obesity Federation (1), un documento pubblicato in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità, una ricorrenza supportata anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che mira a veicolare messaggi importanti per educare la popolazione verso una maggior comprensione di questa malattia (2).
La pandemia: un ulteriore aggravante
Come ormai noto, l’obesità è una malattia non trasmissibile multifattoriale caratterizzata da un eccesso di grasso che può compromettere la salute. È infatti uno dei fattori di rischio principali per molte malattie non trasmissibili (NCD) come la malattia coronarica, l’ipertensione e l’ictus, alcuni tipi di cancro, il diabete di tipo 2, la dislipidemia e le malattie polmonari, comprese le apnee notturne. Inoltre, le persone che convivono con questa malattia, spesso, si trovano ad affrontare pregiudizi sociali e discriminazione che possono contribuire ad incrementare disagio sociale, isolamento e malessere generalizzato (3).
Tra i diversi fattori il COVID-19 sembra aver aumentato le preoccupazioni che circondano questa malattia, confermando quanto le persone in sovrappeso e obese siano maggiormente a rischio di sviluppare gravi complicazioni in seguito all’infezione.
Nei 70 paesi in cui il sovrappeso colpisce meno del 50% della popolazione, infatti, il tasso di mortalità cumulativo per COVID-19 è in media 31 per 100.000 (1,2 milioni di morti), mentre nei 94 paesi in cui oltre la metà della popolazione è in sovrappeso, il tasso di mortalità per COVID-19 è in media quasi quattro volte superiore, 115 per 100.000 (4,3 milioni di morti) (1).
Situazione attuale e previsioni per il 2030
I nuovi dati presentati in questo Atlante mostrano che, entro il 2030, si prevede che 1 donna su 5 e 1 uomo su 7 vivranno con l’obesità (BMI ≥30kg/m2), dunque oltre 1 miliardo di persone a livello globale. Attualmente i più alti tassi di obesità sono registrati nella regione OMS delle Americhe; tuttavia, la distribuzione sembra colpire paesi differenti in base al sesso. La metà delle donne affette da obesità vive in 11 paesi: USA, Cina, India, Brasile, Messico, Russia, Egitto, Indonesia, Iran, Turchia e Pakistan. La metà degli uomini affetti da obesità invece vive in 9 paesi: USA, Cina, India, Brasile, Messico, Russia, Egitto, Germania e Turchia. Si prevede che entro il 2030 saranno colpite dall’obesità 150 milioni di donne in più rispetto agli uomini. Infine, particolarmente preoccupante la prevalenza dell’obesità nei paesi meno sviluppati, poiché i sistemi e gli operatori sanitari sono spesso gravemente impreparati a gestire e trattare efficacemente questa malattia e le sue conseguenze, con possibili ripercussioni negative su tutto il sistema sanitario.
Quali nuove informazioni trovare nell’Atlante?
Oltre ai dati sulla diffusione attuale di questa malattia e le previsioni al 2030 presentate per i diversi Paesi, l’Atlante presenta il nuovo Obesity-NCD Preparedness Ranking, un sistema di classificazione che prende in considerazione le attuali risposte alle malattie non trasmissibili dei diversi sistemi sanitari e il più ampio impegno per l’attuazione delle politiche di prevenzione. L’Obesity-NCD Preparedness Ranking attinge ai dati disponibili per 183 paesi attraverso quattro componenti:
– stime di effettiva copertura sanitaria universale (UHC);
– morti premature dovute a NCD come proporzione di tutti i decessi NCD;
– disponibilità segnalata a livello nazionale di cure per NCD legate all’obesità;
– presenza di politiche nazionali per affrontare le NCD e i relativi fattori di rischio.
Grazie a queste componenti, i Paesi sono classificati dal più basso (migliore) al più alto (peggiore) così da avere un’indicazione di quanto “bene”, o “male”, stiano facendo e come siano preparati ad affrontare l’aumento dell’obesità e delle sue conseguenze (1).
1. World Obesity Federation (2022). World Obesity Atlas 2022. World Obesity Day.
2. World Obesity Federation (2022). OBESITY FACT SHEET. World Obesity Day.
3. World Health Organization. WHO. (2021). WHO Discussion Paper: Draft recommendations for the prevention and management of obesity over the life course, including potential targets. 17 August 2021. Technical document