Alle persone affette da Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS) viene generalmente consigliata una dieta povera di cereali poiché alcuni dei componenti che li costituiscono, quali glutine e fruttani, sembrano capaci di aggravare la sintomatologia. Tuttavia, secondo un recente studio pilota pubblicato su frontiers in Nutrition, esiste un cereale, il Tritordeum, addirittura in grado di migliorare la barriera gastrointestinale e ridurre i sintomi dei pazienti con IBS (1).
Tritordeum: che cos’è?
Il Tritordeum è un cereale di origine spagnola derivato dall’ibridazione di grano duro e orzo selvatico. Coltivato da anni in Spagna e Portogallo, recentemente, viene prodotto anche in Puglia.
Dal punto di vista agronomico è un cereale che necessita di poche cure in quanto resistente a siccità, calore e malattie. Sotto il profilo nutrizionale, invece, ha una composizione proteica del glutine diversa da quella del grano classico, con livelli significativamente più bassi di gliadine, meno carboidrati e fruttani, e un più alto contenuto di proteine, fibre alimentari e antiossidanti. Per queste caratteristiche, seppur non adatto a pazienti affetti da malattia celiaca in quanto comunque contenente glutine, sembra un valido alleato per la produzione di alimenti per pazienti che presentano sensibilità al grano non celiaca (NCWS) e per quelli con IBS-D o IBS-M, due forme differenti di Sindrome dell’Intestino Irritabile (1).
Sindrome dell’intestino irritabile: che cos’è e come viene classificata?
La Sindrome dell’Intestino Irritabile (IBS, Irritable Bowel Syndrome) è una patologia funzionale caratterizzata da dolore addominale associato a una notevole varietà di sintomi, ma senza uno specifico marker biologico. In base ai criteri diagnostici attualmente in uso (i Criteri di Roma IV), l’IBS è definita come “dolore addominale ricorrente per almeno 1 giorno a settimana, manifestatosi negli ultimi tre mesi, associato ad almeno due dei seguenti sintomi che, a loro volta, devono durare da almeno 6 mesi”:
– dolore correlato alla defecazione;
– dolore correlato a un’alterazione della frequenza dell’alvo;
– dolore correlato a un’alterazione della consistenza delle feci.
L’IBS viene inoltre classificata in tre sottocategorie sulla base di ciò che espone il paziente nel rispetto di una scala di valutazione standardizzata chiamata Bristol Stool Scale:
– IBS con alvo prevalentemente diarroico (IBS-D);
– IBS con alvo prevalentemente stitico (IBS-C);
– IBS con alvo alterno (IBS-M) (2).
La dieta dei pazienti con IBS: perché optare per il Tritordeum?
In generale, la Dieta Mediterranea sembra essere un approccio dietetico che nel lungo termine mostra vantaggi nella gestione di malattie intestinali come l’IBD (in particolare in remissione) (3).
Tuttavia, è stato osservato che il microbiota dei pazienti con IBD è molto diverso da quello degli individui sani e questo potrebbe influenzare la digestione e il metabolismo di alcuni alimenti.
Tra questi, svettano soprattutto gli alimenti contenenti FODMAPs (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili), come grano e legumi e, più in generale i cereali. I primi sembrano infatti contribuire a sintomi digestivi quali dolore addominale, gonfiore e diarrea; questo poiché l’intestino tenue non è in grado di assorbirli correttamente arrivando fino al colon dove i batteri li digeriscono rilasciando così gas nell’intestino. I cereali invece, sembrano avere un ruolo patologico nell’IBS per il loro contenuto in glutine, potenzialmente in grado di alterare la funzione della barriera intestinale (soprattutto nei pazienti con IBS-D).
Per rispettare il modello della Dieta Mediterranea riducendo la potenziale sintomatologia da IBS, dunque, una valida strategia, oltre a optare per una dieta a basso contenuto di FODMAPs (4), sembra essere quella di sostituire i cereali assunti con la dieta con la varietà di grano Tritordeum.
A conferma di ciò, nello studio pilota (1), a un gruppo di partecipanti tra i 18 e i 65 anni (gruppo sperimentale) con diagnosi di IBS-D, sono stati somministrati per 3 mesi alimenti a base di Tritordeum, (pane, prodotti da forno e pasta) invece dei corrispondenti prodotti a base di grano, valutando all’inizio e alla fine dello studio sia i sintomi gastrointestinali, sia lo stato della barriera gastrointestinale tramite marcatori urinari e circolanti. Alla fine dello studio è stato possibile osservare una riduzione significativa della percentuale lipidica, contro un significativo aumento di quella proteica e glucidica. In termini di percezione dei sintomi invece, i partecipanti allo studio rispondendo al questionario standardizzato hanno riportato una riduzione: nella “Frequenza del dolore addominale” (44,9%), nella “Distensione addominale” (45,1%) e nell’”Interferenza sulla vita in generale (44,9%).
Questo studio pilota, dunque, dimostra come il Tritordeum possa essere una valida opzione per l’alimentazione dei pazienti con IBS che manifestano sintomi dovuti all’ingestione di grano e cereali tradizionali. In questo contesto, l’uso dietetico di alimenti a base di Tritordeum potrebbe essere un approccio promettente per migliorare e sostenere la funzione e l’integrità della barriera epiteliale. Tuttavia, trattandosi di uno studio pilota, la coorte di pazienti non risulta sufficientemente significativa per trarre conclusioni definitive e, pertanto, risulta comunque necessario proseguire con la ricerca al fine di indagare gli aspetti ancora non rivelati che collegano il consumo di grano e il profilo dell’IBS.
1. Russo, F., Riezzo, G., Linsalata, M., Orlando, A., Tutino, V., Prospero, L., … & Giannelli, G. (2022). Managing Symptom Profile of IBS-D Patients With Tritordeum-Based Foods: Results From a Pilot Study. Frontiers in Nutrition, 9.
2. Corazziari, E. S., & Gasbarrini, A. (2018). Sindrome dell’intestino irritabile. SCHEDE PRATICHE SULL’ALIMENTAZIONE NELLE MALATTIE DIGESTIVE, 25.
3. Corsello, A., Pugliese, D., Gasbarrini, A., & Armuzzi, A. (2020). Diet and Nutrients in Gastrointestinal Chronic Diseases. Nutrients, 12(9), 2693.
4. Orlando, A., Tutino, V., Notarnicola, M., Riezzo, G., Linsalata, M., Clemente, C., … & Russo, F. (2020). Improved symptom profiles and minimal inflammation in IBS-D patients undergoing a long-term low-FODMAP diet: A lipidomic perspective. Nutrients, 12(6), 1652.
articolo molto interessante. Grazie
Buonasera Vladia,
felici ti sia piaciuto e grazie per il supporto!