La dieta pro-infiammatoria, che si caratterizza principalmente per il consumo di cereali raffinati, carne rossa e processata, acidi grassi saturi e trans, si associa ad un aumento del rischio di cancro al colon-retto, ma non di cancro al seno. È quanto emerge da uno studio caso-controllo spagnolo che ha incluso 1852 casi di cancro al colon-retto, 1567 casi di cancro al seno, e rispettivamente 3447 e 1486 controlli. Grazie alla somministrazione di un questionario delle frequenze alimentari semi-quantitativo sono stati calcolati l’indice infiammatorio della dieta e la capacità antiossidante non enzimatica, successivamente valutati in associazione al rischio di tumore. L’indice infiammatorio della dieta è risultato associato sia al rischio di tumore al colon retto, con un rischio quasi doppio di sviluppare tale tumore per il quartile di infiammazione maggiore rispetto all’inferiore, che al rischio di tumore al seno, sebbene in misura inferiore (+22% di rischio tra il quartile superiore rispetto all’inferiore). Inoltre, la combinazione di elevato indice infiammatorio e bassa capacità antiossidante è risultata associata ad un rischio aumentato di circa il 50% di sviluppare cancro al colon retto, ma non cancro al seno. Come affermano gli stessi autori, il lato positivo dei risultati è che la dieta è un fattore di rischio facilmente modificabile ed è possibile, modulando la propria alimentazione, ridurne l’indice infiammatorio in favore di un modello alimentare più simile a quello mediterraneo.
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