In una revisione della letteratura, recentemente pubblicata su BMJ Nutrition, Prevention and Health, vengono esposti diversi fattori dietetici che potrebbero influenzare il rischio di preeclampsia, una condizione che colpisce il 3-5% delle donne in gravidanza in tutto al mondo ed è associata a una serie di esiti avversi materni e fetali (1).
Preeclampsia: clinica
La preeclampsia è una sindrome multisistemica caratterizzata dalla comparsa di ipertensione arteriosa (PAS persistente ≥ 140 mmHg e/o PAD ≥ 90 mmHg) nella seconda metà della gravidanza accompagnata da proteinuria e/o altre manifestazioni sistemiche, in assenza delle quali la diagnosi non può essere fatta.
Come anticipato, complica fino al 5% delle gravidanze a livello mondiale ed è una delle principali cause di morbidità e mortalità materna e fetale (2). Un’altra definizione è quella della Società Internazionale per lo Studio dell’Ipertensione in Gravidanza (ISSHP) che definisce la preeclampsia come un’ipertensione de novo presente dopo 20 settimane di gestazione associata a proteinuria (>300 mg/die) o ad altre disfunzioni degli organi materni, tra cui insufficienza renale, coinvolgimento epatico, complicazioni neurologiche o ematologiche, disfunzione uteroplacentare o restrizione della crescita fetale (3).
Preeclampsia: fattori dietetici implicati nel rischio
Le vie che influenzano lo sviluppo della preeclampsia includono fattori genetici, epigenetici, di stile di vita e ambientali. Tuttavia, in considerazione della scarsità di informazioni pubblicate sul binomio dieta – pleeclampsia, la revisione sistemica in questione si è soffermata sul tentativo di delineare quale sia il contributo dell’alimentazione e della conseguente condizione metabolica delle gestanti, al fine di strutturare un rudimento di raccomandazioni nutrizionali per ridurne il rischio di insorgenza.
È stato dimostrato che diversi nutrienti e fattori dietetici precedentemente ritenuti implicati nel rischio di preeclampsia non abbiano in realtà alcun effetto sul rischio; questi includono le vitamine C ed E, il magnesio, il sale, gli acidi grassi polinsaturi a catena lunga ω-3 e lo zinco.
L’indice di massa corporea è proporzionalmente correlato al rischio di preeclampsia; pertanto, le donne dovrebbero mirare a un peso corporeo sano prima della gravidanza ed evitare un eccessivo aumento di peso durante la gestazione. L’associazione tra il rischio e la progressione della fisiopatologia della preeclampsia può spiegare l’apparente beneficio delle modifiche dietetiche derivanti dall’aumento del consumo di frutta e verdura (≥400 g/die), di alimenti a base vegetale e di oli vegetali e dalla limitazione dell’assunzione di alimenti ad alto contenuto di grassi, zucchero e sale. Il consumo di una dieta ricca di fibre (25-30 g/die) può attenuare la dislipidemia e ridurre la pressione sanguigna e l’infiammazione. Altri nutrienti chiave che possono attenuare il rischio sono un maggiore apporto di calcio, un’integrazione multivitaminica/minerale giornaliera e un adeguato stato di vitamina D. Per le persone con un basso apporto di selenio, infine, si potrebbe aumentare l’assunzione di pesce/alimenti ittici per migliorarne l’apporto.
Inoltre,è stata riscontrata un’associazione protettiva nell’uso di prodotti probiotici a base di latte; pertanto, le donne in gravidanza dovrebbero cercare di integrarli nella loro dieta (1).
In ragione dei fattori dietetici coinvolti, nella revisione sono stati esposti anche diversi modelli alimentari caratterizzati o meno da un contributo positivo nella gestione della patologia. Come intuibile, tra i modelli che aumentano il rischio di sviluppare preeclampsia un ruolo di rilievo è occupato dai modelli alimentari occidentali, caratterizzati da un eccessivo consumo di alimenti ultra-processati. Tra i modelli alimentari che invece sembrano ridurre il rischio, invece, si ritrovano la Nuova dieta nordica (NND), gli schemi dietetici “Dietary Approaches to Stop Hypertension” (Approcci dietetici per fermare l’ipertensione) e ultima, ma non per importanza, la Dieta Mediterranea.
- Perry, A., Stephanou, A., & Rayman, M. P. (2022). Dietary factors that affect the risk of pre-eclampsia. BMJ nutrition, prevention & health, e000399.
- Michelassi, S. (2019). Preeclampsia: Parte 1°: clinica, anatomia patologica e fisiologia. Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche, 31(1), 4-11.
- Tranquilli, A., Dekker, G., Magee, L., Roberts, J., Sibai, B. M., Steyn, W., … & Brown, M. A. (2014). The classification, diagnosis and management of the hypertensive disorders of pregnancy: a revised statement from the ISSHP. Pregnancy Hypertension: An International Journal of Women’s Cardiovascular Health, 4(2), 97-104