Alimentazione vegana o dieta onnivora? In medio stat virtus

Alimentazione vegana o dieta onnivora? In medio stat virtus

Negli ultimi anni, il dibatto su quale regime alimentare preferire in termini di salute ha portato alla diffusione della convinzione che l’unica strada perseguibile sia l’adozione di un’alimentazione “veg”. Tuttavia, la scrittrice Jayne Buxton, attraverso la provocatoria pubblicazione del suo libro intitolato THE GREAT PLANT-BASED CON, ha cercato di dimostrare i diversi lati della medaglia del veganismo, con la volontà di ridurre gli estremismi offrendo una visione della complessità del sistema alimentare. Sì, perché sembra che la dieta vegana possa essere dannosa al pari, se non di più, di chi consuma soltanto carne.

Oggi, infatti, il consumo di alimenti “veg” è diventato più un trend che un’esigenza. La letteratura esistente ha da tempo studiato questo fenomeno, evidenziando il ruolo principale delle motivazioni etiche e spirituali e limitando invece le ragioni sociali e salutistiche, che hanno attirato l’attenzione degli studiosi solo di recente (1).

Senza approfondire quanto proposto dalla Buxton, la quale così come le critiche rivolte alla dieta vegana cerca di supportare la sua tesi coniugando informazioni sensazionalistiche a evidenze scientifiche, ciò che spinge il suo ragionamento viene giustificato dai problemi tutt’oggi riscontrati nell’adozione di regimi alimentari eccessivamente restrittivi.

Dieta e salute: i limiti di un’alimentazione vegana

Abbiamo parlato spesso dei vantaggi nutrizionali di un’alimentazione prevalentemente plant-based quando anche dei potenziali limiti di un’alimentazione esclusivamente a base vegetale. È ormai noto, infatti, come un regime alimentare a base vegetale ed equilibrato, che tuttavia non rinuncia al consumo moderato di alimenti di origine animale, sia considerato ad oggi il più protettivo nei confronti di diabete, malattie cardiovascolari, ictus e malattie neurodegenerative. Al contrario, l’adozione di un regime alimentare restrittivo come quello vegano, se non opportunamente calibrato ed integrato, sembra avere un impatto negativo in termini di salute, aumentando le probabilità di sviluppare atrofia muscolare, malattie della pelle e numerosi altri disturbi (3), tra cui un possibile incremento di sintomi psichici.
Nel momento in cui vengono escluse completamente categorie di alimenti, infatti, è importante fare scelte alimentari appropriate per poter raggiungere l’adeguatezza nutrizionale.
Se non correttamente pianificata e supplementata, anche attraverso alimenti fortificati o addizionati, una dieta vegana può portare all’insorgenza di diverse carenze nutrizionali (vitamine del gruppo B, vitamina D, acidi grassi omega-3, calcio, ferro, zinco e iodio) (4). Ulteriore insicurezza sull’adeguatezza nutrizionale subentra quando in un regime vegano vengono scelti alimenti vegetali ultra-processati che cercano di emulare le caratteristiche sensoriale e nutrizionali degli alimenti di origine animale (esempi ne sono le bevande vegetali, la fake meat e l’alt fish) che, in quanto altamente processati, sono spesso ricchi di grassi saturi, zucchero e sale e poveri di fibre e micronutrienti.

I dubbi nazionali confermano che la virtù sta nel mezzo

Dopo aver registrato un incremento nazionale nel 2021 nel numero di integralisti vegani, gli ultimi dati Eurispes 2022 confermano un calo del trend, con un 10% degli intervistati tornato ad un regime alimentare meno restrittivo e solo l’1,3% che dichiara di essere vegano. Dal 2014, la percentuale di vegetariani e vegani nel loro insieme è leggermente diminuita: erano il 7,1% nel 2014 e sono ora il 6,7%, il secondo dato più basso dopo il 2015 (5,9%). Di fronte alla domanda “Ha mai cercato di convincere altre persone a seguire una dieta vegetariana?”, il 62% di coloro che seguono un’alimentazione “veg” ha dichiarato di aver cercato di convincere i propri familiari; il 51,8% ha cercato di convincere il proprio partner; il 43,1% ha cercato di coinvolgere gli amici e il 29,2% ha cercato di convincere i conoscenti.
La consapevolezza nutrizionale degli individui, la conoscenza e la percezione soggettive dell’importanza di una dieta equilibrata sono fattori determinanti che influenzano le scelte alimentari, il comportamento dei consumatori e l’apporto nutrizionale molto più della conoscenza oggettiva, consolidata e acquisita da fonti qualificate senza interpretazione personale (5). Per diffondere una corretta cultura alimentare, sarebbe opportuno che la conoscenza oggettiva diventasse il cardine per consentire al singolo di effettuare le sue scelte, con la possibilità di rendersi conto di quale sia il regime alimentare più adatto per sé: vegetariano, onnivoro o vegano opportunamente calibrato.

  1. Martinelli, E., De Canio, F., & Nardin, G. (2021). Perché consumare cibo vegano? Una scelta etica e spirituale, non salutistica. Micro & Macro Marketing, 30(1), 173-193.
  2. Manippa, V. (2022). Vegetarianismo e Disturbi del Comportamento Alimentare: tra credenze e evidenzeSapienza.
  3. Selinger, E., Neuenschwander, M., Koller, A., Gojda, J., Kühn, T., Schwingshackl, L., … & Schlesinger, S. (2022). Evidence of a vegan diet for health benefits and risks–an umbrella review of meta-analyses of observational and clinical studies. Critical Reviews in Food Science and Nutrition, 1-11.
  4. Bakaloudi, D. R., Halloran, A., Rippin, H. L., Oikonomidou, A. C., Dardavesis, T. I., Williams, J., … & Chourdakis, M. (2021). Intake and adequacy of the vegan diet. A systematic review of the evidence. Clinical nutrition, 40(5), 3503-3521.
  5. Scalvedi, M. L., Gennaro, L., Saba, A., & Rossi, L. (2021). Relationship between nutrition knowledge and dietary intake: an assessment among a sample of Italian adults. Frontiers in nutrition8.

2 COMMENTI

  1. Anche un’alimentazione onnivora, se non ben pianificata, può portare a diverse carenze nutrizionali. La malnutrizione per eccesso ne è la definizione e la testimonianza della sua esistenza è l’epidemia di sovrappeso e obesità, nonchè l’aumento delle patologie croniche, a cui assistiamo. Il vero punto è che le persone vanno educate ad alimentarsi, qualsiasi modello alimentare scelgano.

    • Buon pomeriggio Michela,
      grazie mille per l’osservazione sollevata. Senza dubbio un’alimentazione non ben pianificata, che sia essa onnivora o vegetale, ha delle conseguenze sullo stato di salute e l’obiettivo degli esperti in nutrizione è indubbiamente aiutare i consumatori a orientarsi correttamente e in autonomia verso modelli alimentari sani.

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