Le indicazioni nutrizionali valide per la popolazione generale possono essere inadeguate per soggetti, come militari o atleti estremi, che lavorano per molto tempo in condizioni anomale quali elevate altitudini, alte temperature o basse temperature (1). Un ricercatore dell’US Army Research Institute of Environmental Medicine ha prodotto una review che fa il punto sulle indicazioni nutrizionali utili a questi soggetti.
I soggetti esposti a condizioni come elevate altitudini (>2.500 m), elevate temperature (>30°C) e temperature molto basse (<0°C), sia per scopi professionali che ricreativi, sono soggetti a stress e adattamenti fisiologici che possono alterare le esigenze nutrizionali (1). Inoltre, le principali risposte messe in atto dall’organismo sono spesso esacerbate da una spesa energetica elevata (anche superiore a 6.000 kcal/die) e intake dietetici limitati. In questi soggetti, le indicazioni nutrizionali dovrebbero essere finalizzate ad aumentare il consumo energetico e di carboidrati.
Per sopperire al deficit energetico e soprattutto prevenire la perdita muscolare, l’assunzione di proteine raccomandata secondo l’autore oscilla tra 1,5 e 2 g/kg/die (1), valori abbastanza allineati a quanto riportato dalle Linee Guida per gli atleti (1,2-2 g/kg/die) (2).
Nel caso di elevate altitudini il maggior fattore di stress è l’ipossia, dovuta alla ridotta pressione atmosferica, con conseguente aumento della ventilazione polmonare. Si ritiene che la principale causa della perdita di peso in queste condizioni sia dovuta ad un bilancio energetico negativo dovuto ad un minor appetito (1). In questi casi si consiglia un’assunzione di carboidrati pari almeno al 60% (6-8 g/kg/die) dell’assunzione energetica totale, in quanto l’ossidazione dei carboidrati è maggiore in alta quota (1).
La principale criticità dell’esposizione costante a temperature superiori a 30°C è invece l’abbattimento della performance aerobica (1). In questa circostanza è importantissimo il consumo di acqua per non rischiare la disidratazione dovuta ad una sudorazione eccessiva, che può raggiungere anche volumi pari a 1-2,5 L/h (valori <0,2 L/h sono tipici delle condizioni di riposo), per questo l’intake di fluidi dovrebbe essere compreso tra 2 e 12 L/giorno (1). Anche le perdite di elettroliti, come sodio e cloro, sono da considerare e solo per il sodio potrebbe essere necessaria l’integrazione (1).
Ad alte temperature aumenta anche la glicogenolisi muscolare, per questo viene consigliato un apporto di carboidrati superiore al 55% dell’energia giornaliera; se l’esercizio è superiore all’ora, per aumentare l’apporto di carboidrati ed elettroliti è raccomandato l’uso di gel o bevande (1).
Al contrario, in caso di esposizioni ad ambienti freddi (< 0°C), il problema principale è la perdita di calore, alla quale il corpo risponde con la vasocostrizione (1). Anche in questo caso il più grande stress dal punto di vista fisico è dovuto alla disidratazione; per questo in questa condizione è importante l’apporto di acqua (1). Per dare supporto alla richiesta di energia e sostenere il lavoro fisico viene nuovamente consigliato un apporto di carboidrati superiore al 55% (1).
- Pasiakos, S. M. (2020). Nutritional Requirements for Sustaining Health and Performance During Exposure to Extreme Environments. Annual Review of Nutrition, 40.
- Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (2019). Dossier Scientifico delle Linee Guida per una sana alimentazione (Edizione 2018).