Il cervello potrebbe cablare in maniera differente la necessità di alimentarsi per fame o per piacere e un intervento su questi “circuiti” potrebbe essere un valido strumento di lotta per combattere il fenomeno dell’obesità. Questo è quanto emerge da un recente studio guidato dai ricercatori del Baylor College of Medicine e pubblicato sulla rivista Molecular Psychiatry (1).
In questo studio, i ricercatori hanno analizzato in un modello animale i meccanismi cerebrali di regolazione dell’alimentazione innescata da fame o da altri fattori.
Secondo le più recenti evidenze scientifiche, l’iperalimentazione può dipendere infatti da due meccanismi regolatori differenti, entrambi guidati dal sistema nervoso: da un lato vi è la necessità di alimentarsi per fame, dall’altro invece un meccanismo di fame legato al sistema di ricompensa del cervello. Nel primo caso interviene il sistema omeostatico, che comprende i regolatori ormonali della fame, della sazietà e dei livelli di adiposità quali leptina, grelina ed insulina. Questi ultimi, agendo sui circuiti ipotalamici e del tronco encefalico, stimolano o inibiscono il consumo di cibo al fine di mantenere il sistema in equilibrio. La carenza o la disfunzione di questi regolatori provoca uno squilibrio nel sistema complessivo contribuendo all’insorgenza di squilibri nel peso e obesità. Nel secondo caso invece sopraggiungono i sistemi di ricompensa del cervello: le sensazioni piacevoli che si ottengono dal consumo di cibo appetibile spesso sovrastano la reale sensazione di fame, inducendo il corpo a consumare molte più calorie del necessario e ignorare i segnali omeostatici che ci manda (2).
In accordo con la presenza di differenti meccanismi di regolazione, i ricercatori si sono concentrati sulla mappatura dei percorsi intrapresi dal sistema di controllo della fame nel cervello, al fine di individuare o meno la presenza di percorsi distinti. I risulti ottenuti confermano quanto ipotizzato. In un modello animale, infatti, sono stati identificati due circuiti cerebrali formati da neuroni produttori di serotonina nel mesencefalo: uno si estende all’ipotalamo, mentre l’altro si proietta in un’altra regione del mesencefalo. Il primo sembra essere responsabile della regolazione dell’alimentazione guidata dalla fame, quello che si proietta nel mesencefalo invece, sembra regolare l’alimentazione non guidata dalla fame e non interagire con il comportamento alimentare innescato da quest’ultima. Ciò significa, in altre parole, che il cervello cabla i due tipi di comportamento alimentare in modo distinto (1).
Ulteriori dati ottenuti dal team di ricerca sono legati all’identificazione di potenziali obiettivi molecolari associati a questi circuiti. Un’azione diretta su questi ultimi potrebbe essere un efficace trattamento contro l’iperalimentazione.
I risultati hanno inoltre incoraggiato i ricercatori a condurre ulteriori studi per identificare più molecole che potrebbero modulare l’attività di altri canali, i canali ionici, al fine di indurre una limitazione dell’assunzione alimentare in modelli animali, applicabile anche al sistema umano in un prossimo futuro.
- He, Y., Cai, X., Liu, H., Conde, K. M., Xu, P., Li, Y., … & Xu, Y. (2021). 5-HT recruits distinct neurocircuits to inhibit hunger-driven and non-hunger-driven feeding. Molecular Psychiatry, 1-14.
- Kenny, P. J. (2011). Reward mechanisms in obesity: new insights and future directions. Neuron, 69(4), 664-679.