La patogenesi del cheratocono è da anni oggetto di dibattito e i diversi studi non hanno ancora identificato un singolo fattore eziologico quanto invece confermato la multifattorialità di questa patologia. A tal proposito, considerata la maggior incidenza del cheratocono in persone affette anche da malattie associate a squilibri metabolici (tra cui apnea notturna, ipotiroidismo e sindrome di Down), i ricercatori del San Raffaele hanno cercato di spiegare in un recente articolo pubblicato su Nutrients, quali possano essere anche i fattori nutrizionali che giocano un ruolo nella sua patogenesi.
Cheratocono: cos’è?
Il cheratocono è una patologia cronica ad andamento progressivo che porta alla degenerazione della cornea, la membrana trasparente che costituisce la prima lente naturale dell’occhio. È una patologia caratterizzata da un assottigliamento e da un aumento della sporgenza della cornea, con conseguente sviluppo di astigmatismo irregolare e, nei casi peggiori, perdita della vista. Si manifesta durante l’infanzia/adolescenza e progredisce per circa 15 anni fino a stabilizzarsi. Nello sviluppo della malattia si possono osservare dunque sia alterazioni strutturali sia morfologiche e si pensa che possano intervenire anche diversi fattori nutrizionali e metabolici, come ormoni e micronutrienti.
Squilibri nutrizionali e metabolici: quali i micronutrienti coinvolti?
Vitamine
Tra le vitamine coinvolte nella patogenesi del cheratocono, ormai nota da decenni è sicuramente la vitamina D. Nei pazienti che ne sono affetti, infatti, i livelli sierici di questa vitamina sembrano essere più bassi e un’integrazione della stessa nella dieta sembra migliorare la malattia. La vitamina D mantiene la funzione di barriera epiteliale della cornea ed è necessaria per la sopravvivenza delle cellule endoteliali (ovvero le cellule che rivestono la superficie interna dei vasi sanguigni e dei vasi linfatici).
Oltre alla vitamina D anche la vitamina C sembra giocare un ruolo importante trovandosi in alte concentrazioni nel film lacrimale e nella cornea. Le sue proprietà antiossidanti, infatti, svolgono un ruolo importante nella guarigione delle ferite corneali e le sue caratteristiche la rendono capace di rafforzarne la struttura. Infine, altre vitamine considerate potenzialmente coinvolte nella patogenesi del cheratocono sono vitamina A, B12 e B9 ma, a causa di livelli sierici inalterati rispetto a gruppi di controllo e ancora pochi studi a riguardo, non hanno attendibilità sufficiente per essere definite propriamente coinvolte.
Minerali
Le carenze nutrizionali possono influenzare la concentrazione di ioni metallici, come rame, ferro, selenio e zinco, cofattori di enzimi coinvolti nella sintesi del collagene, nella reticolazione e nell’attività antiossidante e, pertanto, uno squilibrio in questi può essere un fattore di rischio per lo sviluppo del cheratocono. Infatti, sembra che i pazienti che ne siano affetti abbiano livelli sierici più bassi di rame, selenio e zinco. Anche una carenza in ferro sembra contribuire al suo sviluppo in quanto il ferro è cofattore importante nel processo di reticolazione del collagene e, anche se non sono stati rilevati livelli sierici di questo minerale inferiori nei pazienti con cheratocono, sono invece stati evidenziati livelli inferiori di proteine in grado di legarlo nelle lacrime, confermando il suo coinvolgimento.
1. Lasagni Vitar, R. M., Bonelli, F., Rama, P., & Ferrari, G. (2022). Nutritional and Metabolic Imbalance in Keratoconus. Nutrients, 14(4), 913.