Dal 1999 al 2018, tra i giovani statunitensi di età compresa tra i 2 e i 19 anni il consumo di alimenti ultra-processati è aumentato notevolmente, tanto da diventare una delle fonti caloriche principali della loro dieta. Al contrario, il consumo stimato di alimenti non processati o minimamente processati è diminuito. È quanto emerge da uno studio recentemente pubblicato su JAMA e condotto dai ricercatori della Friedman School of Nutrition Science and Policy presso la Tufts University (1).
Gli autori hanno analizzato i dati di 33 795 giovani americani (49,1% di sesso femminile) che hanno partecipato alla coorte National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) nel corso di 10 “cicli” tra il 1999-2000 ed il 2017-2018. I dati sulle abitudini alimentari sono stati ottenuti con la metodica del recall delle 24 ore: intervistatori esperti hanno interrogato direttamente i giovani partecipanti di età compresa tra i 12 e i 19 anni, mentre per i partecipanti di età compresa tra i 6 e gli 11 anni sono state condotte interviste assistite. Per i partecipanti di età pari o inferiore ai 5 anni, infine, sono state raccolte le risposte di un tutore che conosceva le abitudini e i consumi alimentari del bambino. Gli alimenti e le bevande consumati durante ogni ciclo NHANES sono stati classificati in 4 gruppi principali secondo il sistema di classificazione NOVA: alimenti non trasformati o minimamente trasformati (gruppo 1), ingredienti culinari lavorati (gruppo2), alimenti processati (gruppo 3), alimenti ultra-processati (gruppo 4) (2).
Dopo aver raccolto i dati di quasi due decadi e averli analizzati, i risultati ottenuti sul consumo degli alimenti del gruppo 4 tra i giovani sono stati poco rassicuranti: negli anni si è registrato infatti un loro aumento dal 61,4% al 67% delle calorie totali assunte con la dieta. Di contro il consumo di alimenti del gruppo 1, come frutta e verdure fresche, è passato dal 28.8% al 23.5%.
Gli alimenti che hanno portato il consumo dei cibi ultra-processati a costituire circa i 2/3 delle calorie totali assunte con la dieta sono in particolare i piatti pronti (da 2,2% a 11,1 %), gli snack dolci e i dolciumi (da 10,6% a 12,9%) e, nel periodo 2017-2018, anche gli alimenti confezionati a base di cereali (14,5%).
Gli alimenti ultra-processati contengono una quantità in carboidrati drasticamente superiore rispetto agli alimenti non ultra-processati così come superiore è la quantità di zuccheri aggiunti, sodio, ferro, vitamina E ed acido folico. Di contro però, sono inferiori i livelli di fibra, proteine e tutte le altre vitamine e minerali. Anche se la trasformazione degli alimenti gioca un ruolo cruciale nel migliorare e garantire la sicurezza alimentare, diversi studi di coorte forniscono prove coerenti circa le criticità che derivano da un’elevata assunzione di alimenti ultra-processati come obesità, rischi a carico del sistema cardiometabolico, aumentato rischio di malattie cardiovascolari, sviluppo di alcuni tipi di tumori e mortalità (1).
In ragione dei possibili rischi per la salute legati al consumo di questi alimenti , il CREA, nella più recente revisione delle linee guida, ha scelto di escluderli dai cinque gruppi alimentari definendoli invece alimenti “voluttuari”. L’aggettivo è stato scelto in quanto, nonostante siano riconosciuti ad alcuni degli alimenti ultra-processati determinati valori nutrizionali e tradizionali importanti, il loro consumo non risulta necessario e dunque il loro uso dovrebbe essere moderato ed occasionale (3).
- Wang, L., Steele, E. M., Du, M., Pomeranz, J. L., O’Connor, L. E., Herrick, K. A., … & Zhang, F. F. (2021). Trends in Consumption of Ultraprocessed Foods Among US Youths Aged 2-19 Years, 1999-2018. JAMA, 326(6), 519-530.
- Monteiro, C. A., Cannon, G., Moubarac, J. C., Levy, R. B., Louzada, M. L. C., & Jaime, P. C. (2018). The UN Decade of Nutrition, the NOVA food classification and the trouble with ultra-processing. Public health nutrition, 21(1), 5-17.
- Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (2019). Dossier Scientifico delle Linee Guida per una sana alimentazione (Edizione 2018).