I pattern alimentari stanno cambiando in tutto il mondo e in generale sembrano essere sempre più simili a livello globale: è quanto emerge da uno studio condotto da un team di ricerca internazionale e pubblicato su Nature che ha valutato, in 171 Paesi del mondo, la disponibilità alimentare negli ultimi 40 anni e la sua evoluzione.
Tramite un database della Food and Agricolture Organization (FAO), i ricercatori hanno studiato la disponibilità di 18 gruppi alimentari, considerando per ciascuno i volumi di produzione, importazione ed esportazioni. Questi dati, espressi in kcal/pro-capite/giorno, sono stati poi aggregati per definire 4 “score” che spiegherebbero oltre il 90% della variabilità tra i Paesi. Il primo score si riferisce alla disponibilità di alimenti animali e zuccheri, il secondo a verdure e oli vegetali, il terzo a frutta e tuberi, il quarto a pesce e semi oleosi. Ciascuno score è espresso in una scala da 0 a 100, dove 0 rappresenta il valore minimo osservato e 100 il massimo.
La Figura 1 mostra l’entità della variazione registrata per ciascun Paese dal 1961 al 2013, mentre la Figura 2 evidenzia la variazione degli score nel periodo dal 1961-1965 al 2009-2013.
In base alla Figura 1, si nota che i Paesi interessati dalle variazioni maggiori sono stai Corea del Sud, Cina e Taiwan: in particolare questi Paesi hanno visto un aumento di tutti gli score ad eccezione di quello legato a frutta e tuberi. La regione dell’Africa Sub-Sahariana è invece quella che ha registrato le variazioni minori.
Come si nota dalla Figura 2(b), la disponibilità di alimenti animali e di zuccheri è calata nella maggior parte dei Paesi occidentali, in particolare in Regno Unito, Stati Uniti, Canada e Australia, mentre sembra essere in aumento in alcune zone di Africa, Asia e America Latina. In tutto il mondo sembra essere aumentata la disponibilità di alimenti vegetali.
In molte zone del mondo, il tramonto delle diete a base di alimenti animali e ricche di zuccheri e il corrispondente aumento della disponibilità di alimenti vegetali indicano una possibile tendenza verso regimi alimentari più equilibrati e sani. In altre, invece, l’aumento della disponibilità di origine animale e di zuccheri è alla base di un drammatico aumento dell’obesità. In generale, sembra che i pattern alimentari tra Paesi più e meno sviluppati stiano progressivamente convergendo.
A detta degli stessi autori, risulta fondamentale comprendere meglio i fattori determinanti alla base dei risultati, per permettere di definire al meglio politiche atte al miglioramento della sicurezza alimentare e ambientale.
Fig. 1 – Variazione complessiva della disponibilità alimentare dal 1961-1965 al 2009-2013: a colori più scuri corrisponde una maggiore variazione registrata. Le aree della figura in grigio indicano Paesi per i quali i dati non erano disponibili.
Fig. 2 – La parte (a) mostra i 4 score totalizzati da ciascun Paese nel periodo 2009-2013: a colori più intensi corrispondono score più elevati. La parte (b) mostra la variazione dei 4 score registrata in ciascun Paese dal 1961-1965 al 2009-2013: a colori più intensi corrisponde un aumento dello score, a colori tenui una sua riduzione. Le aree della figura in grigio indicano Paesi per i quali i dati non erano disponibili.
Bentham, J., Singh, G. M., Danaei, G., Green, R., Lin, J. K., Stevens, G. A., … & Ezzati, M. (2020). Multidimensional characterization of global food supply from 1961 to 2013. Nature Food, 1(1), 70-75.