Dieta chetogenica: quanto ne sappiamo?

Alimenti tipici della dieta chetogenica

La dieta chetogenica è caratterizzata da un basso apporto di carboidrati e un’assunzione elevata di grassi. Nella sua forma classica, l’apporto proteico è di circa 1 grammo per chilogrammo di peso corporeo, con un consumo di carboidrati limitato a 10-15 grammi al giorno, mentre la maggior parte delle calorie provengono dai grassi. Questo regime induce uno stato fisiologico chiamato chetosi, in cui l’organismo utilizza proteine e lipidi come principale fonte di energia, con un aumento dei corpi chetonici nel sangue e nelle urine. La chetosi, se monitorata adeguatamente, non è necessariamente dannosa.
Oggi, la dieta chetogenica è prevalentemente utilizzata per favorire la rapida perdita di peso. Un basso apporto di carboidrati riduce i livelli di insulina, promuovendo la lipolisi, ossia la mobilizzazione dei grassi. La carenza di carboidrati obbliga il corpo a utilizzare i grassi come fonte primaria di energia attraverso la gluconeogenesi, un processo metabolicamente costoso. Inoltre, la perdita di peso iniziale può essere favorita da un effetto diuretico, con una riduzione dell’acqua corporea. Tuttavia, studi a lungo termine mostrano che gli effetti della dieta chetogenica sulla perdita di peso sono simili a quelli di altre diete ipocaloriche, probabilmente a causa della difficoltà nel mantenere un regime così restrittivo. L’uso clinico della dieta chetogenica risale agli anni ’20, quando fu introdotta per trattare l’epilessia. Sebbene i meccanismi d’azione non siano del tutto chiari, è ritenuta una valida integrazione alla terapia farmacologica. Gli effetti benefici contro questa patologia derivano dalla capacità anticonvulsivante dei corpi chetonici e di riduzione dell’eccitabilità neuronale; altra correlazione potrebbe essere dovuta ai cambiamenti metabolici che influenzano l’attività dei neurotrasmettitori, ma sono richiesti ulteriori studi.
La dieta chetogenica ha dimostrato effetti benefici anche nel trattamento delle malattie cardiovascolari, grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e cardioprotettive. Inoltre, la riduzione dell’insulina, stimolata dalla dieta povera di carboidrati, può ridurre la sintesi endogena di colesterolo, influenzata dall’enzima 3-idrossi-3-metilglutaril-CoA reduttasi (attivato dall’insulina). Nel diabete di tipo 2, la limitazione dei carboidrati può migliorare la resistenza all’insulina, contribuendo a una gestione più efficace della malattia.
La dieta chetogenica potrebbe avere effetti benefici anche per alcune forme di cancro, grazie alla riduzione degli effetti dell’insulina sulla crescita tumorale e alla scarsità di glucosio (principale fonte di nutrimento delle cellule tumorali); tuttavia, ulteriori ricerche sono necessarie per confermare queste correlazioni. Studi recenti suggeriscono potenziali effetti benefici della dieta chetogenica anche per l’acne e la sindrome dell’ovaio policistico; addirittura, per le pazienti PCOS che si sottopongono a fecondazione assistita, questa dieta potrebbe migliorare il tasso di impianto dell’embrione e il tasso di nati vivi.
Nonostante i potenziali vantaggi, gli effetti a lungo termine della dieta chetogenica non sono ancora del tutto chiari. Chiunque desideri seguire questa dieta dovrebbe consultare uno specialista e prestare particolare attenzione a limitare l’apporto di grassi saturi e ad assicurarsi un adeguato consumo di fibre e micronutrienti.

Articolo a cura di

Federica Ballarini

 

Bibliografia:

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