Uno studio recentemente pubblicato su Cell ha indagato gli effetti della dieta sullo stato infiammatorio in un modello animale.
Dopo aver nutrito un gruppo di topi con una dieta ‘occidentale’ (elevato contenuto in grassi e zuccheri, basso contenuto in fibra) per un mese, si è osservato un incremento nel numero di cellule immunitarie, nello specifico monociti e granulociti, e dei loro precursori. Il sistema immunitario reagiva scatenando una situazione infiammatoria analogamente a quanto avverrebbe in presenza di un’infezione batterica.
A livello cellulare, alcuni composti della dieta avevano l’effetto di attivare dei geni all’interno delle cellule immunitarie, secondo un meccanismo di tipo epigenetico. Questa attivazione permaneva anche a distanza di tempo, fungendo da ‘memoria’ per il sistema immunitario, che era così pronto a suscitare forti risposte infiammatorie anche per piccoli stimoli. Un simile stato di ‘allerta infiammatoria’ contribuirebbe ad accelerare lo sviluppo di patologie cardiovascolari e di diabete di tipo 2. I risultati della ricerca necessiterebbero di essere contestualizzati anche in maniera prospettica in studi sull’uomo.
Christ, A., Günther, P., Lauterbach, M. A., Duewell, P., Biswas, D., Pelka, K., … & Klee, K. (2018). Western diet triggers NLRP3-dependent innate immune reprogramming. Cell, 172(1), 162-175.