Un nuovo tipo di Dieta Mediterranea, ancora più verde, potrebbe amplificare i già noti effetti benefici della dieta mediterranea classica sulla riduzione del rischio cardio-metabolico. È quanto è emerso da un nuovo trial randomizzato controllato in parallelo, realizzato su 294 soggetti con obesità addominale o dislipidemia, i cui risultati sono stati appena pubblicati sulla prestigiosa rivista Heart – BMJ (1).
I partecipanti al trial sono stati randomizzati a seguire uno di 3 diversi “interventi” sull’alimentazione e sullo stile di vita:
- HDG – Healthy Dietary Guidelines: alimentazione sana secondo le Linee Guida e attività fisica regolare;
- Dieta MED: Dieta Mediterranea classica, ricca in alimenti di origine vegetale, a ridotto contenuto di carne rossa, con l’assunzione di 28 g di noci al giorno, con restrizione calorica (1500-1800 kcal/giorno per gli uomini e 1200-1400 kcal/giorno per le donne) e attività fisica regolare;
- Dieta MED “verde”: Dieta Mediterranea che prevedeva l’assunzione giornaliera di 28 g al giorno di noci, 3-4 tazze di tè verde e 100 g di cubetti congelati di Wolffia globosa (ceppo Mankai, ovvero una lenticchia d’acqua recentemente considerata un nuovo “superfood”), sotto forma di frullato proteico vegetale verde, in sostituzione a proteine di origine animale a cena, e nessuna assunzione di carne rossa e processata; con la stessa restrizione calorica della Dieta Mediterranea classica (1500-1800 kcal/giorno per gli uomini e 1200-1400 kcal/giorno per le donne) e attività fisica regolare.
A 6 mesi dall’inizio dell’intervento, il gruppo che aveva seguito la Dieta Mediterranea “verde” ha ottenuto una maggiore riduzione della circonferenza della vita (importante indice di rischio cardiovascolare) rispetto agli altri 2 gruppi, nonostante la perdita di peso fosse simile a quella del gruppo con Dieta Mediterranea classica. Inoltre, sebbene entrambe le diete di tipo mediterraneo abbiano mostrato effetti benefici su numerosi parametri cardio-metabolici, nel gruppo che aveva seguito la Dieta Mediterranea “verde” è stata osservata una riduzione ancor più marcata di alcuni fattori di rischio: colesterolo LDL, indice di insulino-resistenza HOMA, proteina C reattiva e pressione sistolica.
I risultati potrebbero essere spiegati da alcune caratteristiche peculiari della variante “verde” della Dieta Mediterranea. Secondo alcuni studi infatti, il consumo di elevate quantità di tè verde durante la giornata potrebbe incrementare la spesa energetica e l’ossidazione dei grassi con effetti positivi sul grasso viscerale (2), e questo potrebbe spiegare la maggiore riduzione della circonferenza della vita osservata nel gruppo che seguiva la variante “verde”. Una eventuale riduzione del grasso viscerale potrebbe a sua volta spiegare il miglioramento della sensibilità all’insulina e del profilo lipidico, così come la riduzione dei livelli di infiammazione (riduzione della PCR). Inoltre, la più significativa riduzione dei livelli di colesterolo LDL potrebbe essere spiegata dalla minore assunzione di carne rossa e bianca, con riduzione dell’assunzione di grassi saturi e colesterolo, così come dall’elevato contenuto in fitosteroli del Mankai. Similmente, la riduzione dell’insulino-resistenza potrebbe esser spiegata dall’aumentato contenuto di fibra, probabilmente attribuibile al consumo di Mankai.
- Tsaban, G., Meir, A. Y., Rinott, E., Zelicha, H., Kaplan, A., Shalev, A., … & Youngster, I. (2020). The effect of green Mediterranean diet on cardiometabolic risk; a randomised controlled trial. Heart.
- Dulloo, A. G., Duret, C., Rohrer, D., Girardier, L., Mensi, N., Fathi, M., … & Vandermander, J. (1999). Efficacy of a green tea extract rich in catechin polyphenols and caffeine in increasing 24-h energy expenditure and fat oxidation in humans. The American journal of clinical nutrition, 70(6), 1040-1045.