Seguire la dieta Paleo per oltre un anno può avere un impatto negativo sulla salute cardiovascolare: lo ha rivelato la più importante ricerca mai pubblicata sugli effetti di questa dieta sul microbiota intestinale. Lo studio, realizzato in Australia, ha visto il coinvolgimento di 44 soggetti che seguivano la dieta Paleo (22 di questi nella sua versione più stretta che prevede meno di una porzione al giorno di cereali e prodotti caseari) e 47 soggetti che seguivano una dieta standard australiana sui quali sono stati effettuati sia esami del sangue che delle feci, oltre ad una valutazione dell’alimentazione tramite diario alimentare dei 3 giorni. Dall’analisi è risultata la presenza di una differente composizione del microbiota intestinale, con maggiori livelli della specie Hungatella, nei due gruppi che seguivano la dieta Paleo. Hungatella è tra i batteri che producono TMA (trimetilammina), precursore del biomarker di malattia cardiovascolare TMAO, (trimetilammina-N-ossido). Dallo studio è emerso inoltre, che i livelli sierici di TMAO erano superiori nel gruppo a stretta aderenza, rispetto al gruppo meno restrittivo e al gruppo di controllo, ed erano negativamente associati con l’assunzione di cereali integrali.
L’aderenza alla dieta Paleo, quindi, non solo non sembra essere benefica per l’intestino (come invece spesso decantato), poiché si associa ad una minore abbondanza di batteri positivi e ad una maggiore presenza di Hungatella, ma potrebbe avere anche un impatto negativo sulla salute cardiovascolare.
Genoni, A., Christophersen, C. T., Lo, J., Coghlan, M., Boyce, M. C., Bird, A. R., … & Devine, A. (2019). Long-term Paleolithic diet is associated with lower resistant starch intake, different gut microbiota composition and increased serum TMAO concentrations. European journal of nutrition, 1-14.