Come è noto, l’obesità comporta un aumentato rischio di comorbidità, tra cui diabete di tipo 2, tumori e malattie cardiovascolari. Un elevato BMI (indice di massa corporea) può essere un fattore di rischio anche per lo sviluppo di coronavirus e la relativa prognosi? Ecco cosa sappiamo ad oggi.
La Public Health England, istituzione governativa del Regno Unito, considera i soggetti con BMI >40 nella categoria di popolazione a maggior rischio di coronavirus (1).
Dal punto di vista del rischio di contrarre il virus, sembrano sussistere le condizioni per supporre che questi soggetti abbiano un rischio superiore, sebbene siano necessari più studi a riguardo.
Uno studio svolto presso una struttura sanitaria accademica di New York su 4.103 pazienti ricoverati con COVID-19, ancora in preprint, ha mostrato come un BMI >40 fosse il più forte predittore di ricovero per COVID-19 dopo la vecchiaia (2).
Inoltre, l’editoriale del numero di giugno di Obesity Reviews si concentra proprio sul ruolo del tessuto adiposo nel COVID-19, auspicando come il tessuto adiposo possa fungere da modello per la ricerca sulla patogenesi del COVID-19. In base a quanto emerge, il possibile aumento del rischio di COVID-19 nei soggetti obesi potrebbe essere parzialmente spiegato dalla maggior presenza di tessuto adiposo. Proprio a livello degli adipociti è infatti più espresso l’enzima convertitore dell’angiotensina (ACE2), enzima con elevata affinità per il COVID-19 e che si ipotizza essere il recettore per l’ingresso del virus nelle cellule (3). Con un tessuto adiposo più esteso, i soggetti obesi avrebbero più cellule che esprimo l’enzima ACE2 e quindi maggiore suscettibilità al virus. Anche i farmaci antipertensivi, spessissimo somministrati a questi pazienti, aumentano ulteriormente l’espressione di ACE2 (3).
La misurazione delle caratteristiche antropometriche e dei parametri metabolici è fondamentale per stimare meglio il rischio di complicanze nei pazienti con COVID-19 (4), in quanto l’obesità sembra aumentare la possibilità di prognosi clinica negativa. Secondo il Centre for Disease and Control, un BMI ≥40 esporrebbe a rischi elevati di complicanze, anche per via dell’aumentato rischio di sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), tra le principali complicanze del COVID-19 (5).
Uno studio della società americana Infectious Diseases Society of America che ha analizzato i pazienti positivi al COVID-19 di età <60 anni ha osservato come i pazienti con BMI tra 30 e 34 avessero il doppio della probabilità di essere ricoverati in terapia intensiva rispetto a quelli con BMI <30. Tale probabilità aumentava a più del triplo nel caso di BMI ≥35 (6).
A Shenzhen, in Cina, dati di uno studio in preprint hanno portato a osservare come il rischio di sviluppare una “polmonite grave” nei pazienti con COVID-19 fosse significativamente maggiore nei casi di sovrappeso e di obesità, rispetto alla condizione di normopeso (7).
E ancora, a Lille, in Francia, in un piccolo studio condotto in un ospedale universitario su 124 pazienti con COVID-19, la necessità di ventilazione meccanica invasiva è risultata essere associata ad un BMI ≥35, indipendentemente da altre comorbidità (8).
Come sottolineato da un gruppo di ricercatori americani, la compromissione del quadro metabolico tipica dell’obesità – ipertensione, dislipidemia e iperglicemia – può anche essere presente nei pazienti normopeso e sovrappeso. Per questo, resta da determinare quale sia l’impatto del quadro metabolico sulla prognosi indipendentemente dal BMI (9).
Quale che sia la relazione tra obesità e coronavirus, secondo la World Obesity Federation, considerati i tassi di obesità elevati in tutto il mondo, è prevedibile che un’alta percentuale della popolazione con BMI >25 contrarrà il coronavirus (10), ponendo numerose sfide sia a livello di salute, per i pazienti, che di gestione, da parte delle strutture sanitarie.
- Public Health England (2020). Guidance on social distancing for everyone in the UK. [Cited 2020 May 22].
- Petrilli, C. M., Jones, S. A., Yang, J., Rajagopalan, H., O’Donnell, L. F., Chernyak, Y., … & Horwitz, L. I. (2020). Factors associated with hospitalization and critical illness among 4,103 patients with COVID-19 disease in New York City.
- Kruglikov, I. L., & Scherer, P. E. (2020). The role of adipocytes and adipocyte‐like cells in the severity of COVID‐19 infections. Obesity.
- Stefan, N., Birkenfeld, A. L., Schulze, M. B., & Ludwig, D. S. (2020). Obesity and impaired metabolic health in patients with COVID-19. Nature Reviews Endocrinology, 1-2.
- Centers for Disease Control and Prevention (2020). Groups at Higher Risk for Severe Illness. [Cited 2020 May 22].
- Lighter, J., Phillips, M., Hochman, S., Sterling, S., Johnson, D., Francois, F., & Stachel, A. (2020). Obesity in patients younger than 60 years is a risk factor for Covid-19 hospital admission. Clin Infect Dis, 9 (10.1093).
- Cai, Q., Chen, F., Wang, T., Luo, F., Liu, X., Wu, Q., … & Chen, J. (2020). Obesity and COVID-19 severity in a designated hospital in Shenzhen, China. Diabetes Care.
- Simonnet, A., Chetboun, M., Poissy, J., Raverdy, V., Noulette, J., Duhamel, A., … & Lille Intensive Care COVID‐19 and Obesity study group. (2020). High prevalence of obesity in severe acute respiratory syndrome coronavirus‐2 (SARS‐CoV‐2) requiring invasive mechanical ventilation. Obesity.
- Bhatraju, P. K., Ghassemieh, B. J., Nichols, M., Kim, R., Jerome, K. R., Nalla, A. K., … & Kritek, P. A. (2020). Covid-19 in critically ill patients in the Seattle region—case series. New England Journal of Medicine.
- World Obesity Federation (2020). Obesity-related conditions seem to worsen the effect of COVID-19; indeed, the Centers for Disease Control and Prevention (CDC) reported that people with heart disease and diabetes are at higher risk of COVID-19 complications. [Cited 2020 May 22].