Il cibo che consumiamo ha un impatto sulla nostra struttura genetica?
L’epigenetica, come sappiamo, ha rivoluzionato il concetto di DNA e soprattutto ha sottolineato il ruolo dell’ambiente sulla nostra salute. Più del 90% dell’espressione genica è influenzato da fattori ambientali, di cui il 70% è dato dall’impatto della dieta. Ecco, quindi, che l’alimentazione ha un’influenza significativa sui nostri geni.
Se da un lato il genoma umano rimane sostanzialmente invariato per tutta la vita, l’epigenoma è un insieme di modificazioni chimiche che si verificano sul DNA e sulle proteine ad esso associate, influenzando l’espressione dei geni senza alterarne la sequenza nucleotidica.
Sostanzialmente, i nostri geni possono essere attivati o disattivati in base al nostro stile di vita: lo stress, l’inquinamento, le abitudini nocive e una dieta inappropriata hanno un impatto determinante su questo processo.
In quest’ottica, una dieta equilibrata, ricca di fibre, frutta, verdura, legumi e pesce, e limitata nell’assunzione di carne rossa, grassi e zuccheri, è stata collegata alla diminuzione del rischio di malattie croniche come le patologie cardiovascolari, neurodegenerative, diabete e cancro.
Attori chiave in questo sistema sono i microRNA (miRNA), che regolano diversi processi biologici e la salute generale. Queste piccole molecole di RNA non codificante a singolo filamento hanno funzioni di regolazione dell’espressione genica, decidendo quali geni devono essere “spenti” o “accesi” e quindi influenzando la funzione delle cellule.
Tra i vari tipi di miRNA, si trovano anche gli xenomiRNA, ossia miRNA provenienti da fonti dietetiche, sia animali che vegetali. Queste molecole una volta ingerite possono funzionare da fattori predittori o aumentare l rischio di malattie croniche, compresi i tumori.
La carne di maiale, da studi di modelli murini, sembra avere un ruolo determinante nello sviluppo di disturbi metabolici dato dall’aumento dei miRNA e all’alterazione del metabolismo del glucosio e dell’insulina dopo l’assunzione.
Al contrario invece gli xenomiRNA derivanti da fonti vegetali sembrano offrire protezione contro lo sviluppo e la modulazione di forme tumorali.
Tuttavia, ci sono ancora grosse limitazioni alla base dell’uso di xenomiRNA, come la loro limitata biodisponibilità, la conoscenza limitata degli eventuali effetti collaterali e la stabilità dei miRNA stessi dovuta ai processi di produzione e conservazione degli alimenti.
In conclusione, è essenziale approfondire la ricerca in questo campo per comprendere appieno il ruolo di queste molecole nella salute umana e sfruttarne al meglio il potenziale benefico nell’ambito della nutrizione.
E tu lo sapevi che i miRNA sono presenti negli alimenti e possono agire a livello epigenetico, influenzando la salute dei pazienti?
Bibliografia:
Martino, E. et al. Dietary Epigenetic Modulators: Unravelling the Still-Controversial Benefits of miRNAs in Nutrition and Disease. Nutrients 2024, 16, 160.