Nutrition coach, health coach, personal trainer, esperti in nutrizione, giornalisti, food blogger, scrittori…sono davvero in tanti oggigiorno a fregiarsi del titolo di “nutrizionista”. In questa giungla di esperti e consiglieri è importantissimo capire quali sono le figure professionali che possono effettivamente dare consigli nutrizionali ed elaborare schemi dietetici, ovvero chi sono i ‘veri Nutrizionisti’, in modo da evitare di incorrere nella consulenza di finti esperti che non hanno titoli né competenze e stanno facendo “abuso di professione”.
Cominciamo dicendo che il termine “Nutrizionista” a livello legale non esiste realmente ma è comunemente usato per indicare le sole figure professionali che possono elaborare delle diete: il Dietista, il Biologo Nutrizionista e il Dietologo.
Il Dietista è un professionista che ha conseguito una laurea triennale in Dietistica, corso di laurea che fa parte delle professioni sanitarie della facoltà di Medicina. Questa figura elabora, formula e attua le diete prescritte dal Medico e ne verifica l’accettabilità da parte del paziente (1).
Il Biologo Nutrizionista, invece, è un Biologo che ha conseguito la laurea triennale e la laurea magistrale (5 anni di studio in totale) e si è iscritto all’Ordine dei Biologi. Tra le sue competenze vi è la “valutazione” dei bisogni nutritivi ed energetici dell’uomo”, egli elabora e firma diete e consulenze nutrizionali in totale autonomia (2,3).
Infine, l’ultima figura è quella del Dietologo, un Medico che dopo aver conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia (6 anni) si è specializzato dopo altri 4 anni in Scienze dell’Alimentazione. A lui compete sia la diagnosi che la prescrizione e l’elaborazione delle diete.
Tutti gli altri esperti e sedicenti nutrizionisti che popolano soprattutto il web sono quindi figure non abilitate all’esercizio della professione. Per la propria salute e per mangiar bene è sempre meglio affidarsi ad un vero professionista.
- Ministero Della Sanità. Regolamento concernente l’individuazione della figura e del relativo profilo professionale del dietista. Decreto 14 settembre 1994, n. 744
- Ordine Nazionale dei Biologi. FAQ-Biologo Nutrizionista. https://www.onb.it/faq-biologo-nutrizionista/
- Parere del Consiglio Superiore di Sanità – seduta del 12 aprile 2011 https://www.onb.it/wp-content/uploads/2013/10/parere_css_2.pdf
Da notare che la prima figura è normata dal Ministero della salute, la seconda dalle FAQ dell’ordine della figura stessa.
INCONCEPIBILE E SCANDALOSO
No, la seconda professione è normata da un decreto del Presidente della Repubblica, da un Decreto Ministeriale, da una sentenza del Consiglio di Stato e da un parere del Consiglio Superiore di Sanità. Si informi prima di scrivere idiozie.
Esattamente!!
La prima figura è normata dal ministero in quanto riconosciuta come professione sanitaria. Anche la figura del biologo nutrizionista è normata, non si è improvvisata da sé, ma non è riconosciuta come professione sanitaria. Si occupa di individui principalmente non patologici, o a parer mio, così sarebbe meglio, di educazione alimentare e di stati fisici perturbati. Insomma, donne in gravidanza, sportivi, bambini, adulti anche in sovrappeso od obesi, intolleranze… ma un nefrotpatico, un paziente oncologico, un disfagico e altri, convinzione mia, dovrebbero rivolgersi a dietisti e dietologi (per questo non è una figura sanitaria quella del biologo). Glielo dico come laureata in Alimentazione e nutrizione umana che si sta preparando per l’esame di stato e che sa di avere dei limiti a livello di conoscenze e ritiene esistano professionisti più validi per curare un paziente monorene.
FAQ ONB: BIOLOGO NUTRIZIONISTA
L’art. 3 della legge 24.5.1967, n. 396 afferma testualmente che formano oggetto della professione di biologo le attività di “valutazione dei bisogni nutritivi ed energetici dell’uomo”. Del resto la stessa giurisprudenza amministrativa ha confermato che, oltre alla legge, costituisce fondamento delle competenze del biologo il decreto del Ministero di Grazia e Giustizia n. 362/93. Il decreto attribuisce ai biologi la “determinazione della dieta ottimale individuale in relazione ad accertate condizioni fisio-patologiche…la determinazione delle diete ottimali per mense aziendali, collettività, gruppi sportivi, ecc., in relazione alla loro composizione ed alle caratteristiche dei soggetti (età, sesso, tipo di attività)… la determinazione di diete speciali per particolari condizioni patologiche in ospedali, nosocomi…” (v. Cons. Stato, sez. V, 16.11.2005, n. 6394, in Foro Amm. Cons. St. 2005, 3305). Applicando poi i principi sanciti dalla Corte di Cassazione, l’obbligo che incombe al biologo è ovviamente quello di non qualificarsi come medico, e, quindi, di non effettuare diagnosi mediche e di non prescrivere farmaci (in tal senso Cass. Pen. 04.05.2005 n. 16626).
No, la seconda professione è normata da un decreto del Presidente della Repubblica, da un Decreto Ministeriale, da una sentenza del Consiglio di Stato e da un parere del Consiglio Superiore di Sanità. Si informi prima di scrivere idiozie.
L’elaborazione e la firma di una dieta è in totale autonomia per il biologo quanto per il dietista. La prescrizione è sempre e comunque un atto medico. Se vogliamo fornire informazioni obbiettive è giusto precisare. Grazie
Ma il biologo, non essendo medico, come può lavorare in piena autonomia? Lui può fare diagnosi (senza avere una laurea in medicina)? Non capisco…
Situazione “ambigua” intorno alla consulenza nutrizionale: da una parte, il dietista è competente per le diete ( celiachia, morbo crohn, obesità allergie alimentari, diabete, anoressia,…) e dipende dal Medico e dall’altra parte , il biologo nutrizionista, che invece può prescrivere diete senza Medico e senza la prescrizione .
La situazione attuale in Svizzera è che nessuno è dottore, né il biologo né il dietista e che il dottore è il medico oppure chi ha conseguito un dottorato universitario ( almeno 3 anni dopo Il MSc o master universitario) .
Il biologo é biologo ed il dietista é operatore sanitario , quindi il paziente é tutelato dalla legge visto i dati sensibili trattati in consulenza.
Il biologo nutrizionista non esiste ma vi sono formazioni presso le universitá ed I politecnici che formano ricercatori e consulenti nell’ambito delle scienze e delle tecnologie alimentari. Queste figure molto competenti si occupano di divulgazione scientifica, ricerche ed inchieste, insegnamento ecc.
Mi sono chiesta ricevendo il vostro annuncio: perchè non avete diviso le figure professionali in sanitario ( patologie e diete per il dietista) e salute pubblica e prevenzione ( per il biologo nutrizionista) ?
In questo modo non vi fate concorrenza e ognuno rispetta le proprie competenze.
Vorrei precisare che il percorso del dietista può prevedere anche la magistrale, guarda caso è la stessa del biologo, solo che il dietista già lavora in autonomia dopo 3 anni il biologo dopo 3 si iscrive all ordine può essere nutrizionista senza mai aver messo piede in ospedale o sentito mai parlare di diete in vita sua…da notare che di fatto in ospedale c’è il dietista e non il biologo, aggiungiamo che dopo 5 anni volendo ha 4 anni di specializzazione…,non avendo esperienza clinica il biologo de facto non può elaborare un bel nulla su patologie , cose che invece può fare il dietista…
Si informi meglio sui percorsi di studio. Poi ricordate che il Biologo è diventata professione sanitaria.
In ospedale il dietista fa il lavoro manuale dell’inserimento dei dati nel SW (spesso winfood) sulla base delle indicazioni del medico.
Poi senza la fisiologia e la biochimica, alla base della nutrizione e del metabolismo energetico, e la conoscenza dei processi industriali alimentari e la fisiologia delle piante, che diete si possono mai elaborare? Quelle della dietetica ipolipidica e ipocalorica degli anni ’50, non più contestualizzabili?
Finiamola di screditare gli altri professionisti, non eticamente corretto.
Oltre 30.000 000 milioni di persone in Italia,(Oltre il 56%…. in cresita) hanno un BMI superiore a 30 !!!!
La GUERRA CONTRO OBESITA E DIABETE ,è da considerarsi PERSA!!!!!
L’esercito di ,medici ,biologi,dietisti,devono convenirne!!!!!
Se la buona educazione alimentare ,consigliata da OMS è di loro competenza……..sono stati sconfitti.!!!!!
Forse sarebbe utile evidenziare che : una alimentazione per un sedentario ha o potrebbe avere successo se alcune forme di pubblicita vennissero censurate ,che maggiore impatto, se tutto il Servizio Sanitario fose sollecitato a prescrivere corrette informazioni nutrizionali a i loro pazienti.Praticamente non succede mai.
E allora come si fa a contrastare questa CATASTROFE ??????
Forse sarebbe utile che altre figura specializzate VENISSERO COINVOLTE ,preparate nel redigere programmi di attivita fisica finalizzata ad un miglioramento della EFFICENZA FISICA , e fossero… sdoganati!!!!! sono i PERSONAL FITNESS TRAINER CERTIFICATI, ISSAi nuovi partigiani che ci permetteranno di VINCERE LA GUERRA!!!!!!
Non posso parlare a nome di tutti, ma dal canto mio, nonostante sicuramente non possa essere paragonata ad un dietista, di pazienti, durante il tirocinionio universitario nell’ambulatorio nutrizionale in Asl, ne ho visti tanti e i più diversi, e anche in Università corsi sulla valutazione dello stato nutrizionale si fanno da piano formativo e corsi extra (ecco, sì, non sono nel piano formativo obbligatorio, cosa secondo me sbagliata) sono organizzati per comprendere come si stilino le diete. E le si stilano. Vero, non ci sono stati 3 anni di tirocinio, vero che non tutto è perfetto, vero che bisognerebbe avere l’umiltà di sapere dove sono i propri limiti, però non credo che i laureati in Alimentazione meritino di essere sempre e comunque così tanto “discriminati”.
Mentre ci facciamo la guerra tra di noi (medico, biologo e dietista) i vari Panzironi, Lemme, personal trainer vari e tutti quelli che lo vogliono ci fanno le scarpe e assumono agli occhi dei cittadini un immeritato consenso.
Molari Alfiero – Biologo spec. in Scienza dell’alimentazione, in Biochimica e chimica clinica; in Microbiologia e virologia.
A proposito: che qualcuno mi venga a dire che non posso fare una dieta ad un soggetto con patologia accertata o che prendere le circonferenze e un atto medico.
Hai ragione! Purtroppo devo dire che nel campo dell’alimentazione (e più specificatamente in quello del dimagrimento) ho sentito dire tutto e il contrario di tutto ma quello che più mi ha lasciato perplessa è stato vedere come due figure chiave per un dimagrimento corretto e duraturo ovvero l’esperto di nutrizione (sia esso dietologo, dietista o biologo nutrizionista) e il personal trainer manchino di sinergia e di confronto. Mentre ci si guarda con sospetto non si sta facendo il meglio per il proprio cliente che probabilmente avrà comunque qualche risultato: e vorrei ben vedere! Del resto se si parte da una situazione disastrosa causata da sedentarietà e cattive abitudini alimentari basta poco per migliorare (andrebbe bene anche solo sostituire la fetta di torta con una mela e iniziare a camminare invece di parcheggiare l’auto direttamente in pizzeria) ma quando si arriva (o si è) in una situazione dove si cerca di migliorare piccoli aspetti (perdere quegli ultimi kg, definirsi senza gonfiarsi…ecc…) ecco che la situazione diventa più complicata e richiede un intervento su più fronti ma proprio quando servirebbe un confronto multidisciplinare questo non si verifica. Sia chiaro che non capita solo in questo campo ma perché farsi la guerra?
La prescrizione di una dieta resta un atto medico. Lo decide lei se un paziente in sovrappeso necessita solo di una dieta o di altro (attività fisica mirata o farmaci)? Lo decide lei se una persona è in sovrappeso magari per problemi psicologici o psichiatrici e necessita di un approccio diverso, magari senza diete o comunque non esclusivamente con diete? Lo decide lei se la dieta che ha elaborato è congrua con le eventuali patologie del paziente? Prescrive lei gli esami indispensabili e valuta lei i medesimi? Se lei è medico, la risposta è si. Viceversa, lei può elaborare diete ma dovrebbe farlo una volta accertato e avvenuto quanto sopra. Ovvero in collaborazione con un medico. E senza fare come tanti “nutrizionisti furbetti” che mandano i pazienti a farsi prescrivere gli esami dal proprio medico di famiglia, scaraventandogli addosso impropriamente (visto che non è una collaborazione definita) la responsabilità anche delle eventuali conseguenze di una dieta magari non adeguata a quel paziente. Su altre sue affermazioni soni invece d’accordo con lei
Infatti per patologie accertate hai bisogno dell atto medico.
Anche perché , oltre a non fare diagnosi, per ” verificare” l eventuale trattamento dovresti avere una situazione di partenza e una di ” arrivo” accertabile solo con esami prescrivibili e diagniosticabili dal medico.
Esatto!
Mi rivolgo a chi ha cercato di sminuire la figura professionale del Dr. Lemme, caro Molari Alfiero. Da farmacista come lui, sono ti posso assicurare che durante i miei studi ho studiato molto più biochimica, fisiliogia e nutrizione di quanto non ne abbia fatto tu in tre anni di biologia in cui studiate anche le piante. Vi assicuro che per un farmacista con la passione per la nutrizione e frustrante vedersi passare avanti, dopo 5 anni di sudate per un 20 in chimica organica, farmaceutica e degli alimenti (non è il mio caso), i laureati alla triennale che escono dall’università e già si aprono studi e quant’ altro .
Ancora di più e frustrante dopo 5 anni sentirsi dire che se vuoi essere nutrizionista (dopo che hai studiato tutto ciò che si poteva strudiare) , devo prendere la laurea in biologia. La differenza? Forse l’esame di genetica al massimo. Per il resto abbiamo un background molto più approfondito, se permetti. Quindi prima di sminuire una persona informati bene sui suoi studi e sul suo background culturare perchè ti assicuro che può saperne meglio di te.
Per me che non sono un professionista ma un paziente che cerca un esperto di nutrizione, tutto questo è davvero poco chiaro. Non so proprio a chi rivolgermi, ogni sito che trovo da informazioni contrastanti a quelle che avevo trovato poco prima. Alcuni dicono di affidarsi a un dietologo, altri a un biologo nutrizionista, altri ancora a un dietista. Ho trovato un sito apposito nutridoc.it con diversi profili di professionisti ma anche li non so quale di queste 3 figure dovrei contattare. Ho 41 anni, vivo ad Ancona e ho problemi di obesità da ormai 5 anni. Grazie per l’aiuto
Caro Marco, ha ragione, c’è ancora molta confusione derivante soprattutto dalla quantità di disinformazione e figure non professionali che operano nel campo della nutrizione, che riempiono la bocca e l’esperienza di molti.
Le 3 figure professionali da lei citate sono le uniche riconosciute per legge ad elaborare diete ed intervenire attraverso percorsi nutrizionali personalizzati. Ciascuna professione ha il suo iter formativo e i suoi sbocchi professionali, per certi versi distinti, per molti altri dai confini un po’ sfumati. Un intervento che coinvolga una modifica delle proprie abitudini alimentari è un intervento inevitabilmente “invasivo”, che richiede un cambiamento importante da parte del paziente in una sfera molto intima che è quella del rapporto col cibo e, molto spesso, con il proprio corpo, con dei rischi non di poco conto e che per questo necessita di un affiancamento attento, paziente e curato.
Si parla di salute e conseguentemente la presenza di un medico (anche il proprio medico di base) che accerti le condizioni fisiche e psichiche di partenza lo ritengo, personalmente, fondamentale. Successivamente, si affidi al professionista che, informandosi sul suo conto, le ispira maggior fiducia e che abbraccia un approccio a lei affine, senza dimenticare di controllare il suo curriculum: un dietologo si può definire tale se è laureato in medicina + 4 anni di specializzazione in Scienze dell’Alimentazione, in questo caso sa che si sta affidando ad una figura completa (se competente dipende sempre); il dietista si può considerare esperto in nutrizione anche dopo la sola triennale, la presenza di specializzazioni successive è un importante arricchimento; per quanto riguarda il biologo nutrizionista, si accerti che in seguito alla laurea in biologia abbia conseguito almeno la laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione e non solo corsi sparsi sulla nutrizione.
Per tutto il resto, è competente il professionista che non veicola giudizio, che propone percorsi di riabilitazione nutrizionale che non abbiano il solo peso come obiettivo finale ma che si concentrino sulla persona in quanto tale, che non offre soluzioni miracolose, privative, restrittive e insostenibili.
Le auguro un buon cammino.