La frutta NON va necessariamente assunta lontano dai pasti

È opinione abbastanza diffusa, soprattutto sul web, che la frutta a fine pasto faccia male, provochi gonfiore o possa addirittura far ingrassare.
In realtà, le Linee Guida per una Sana Alimentazione raccomandano di consumare ogni giorno 3 porzioni di frutta da 150 g (corrispondenti a 1 frutto medio o 2 frutti piccoli) proprio per il contenuto in fibra, micronutrienti, composti bioattivi dalle funzioni protettive e per il potere saziante (1) e nessuna società scientifica consiglia di assumere frutta necessariamente lontano dai pasti o ad un orario preciso. Salvo diversa indicazione da parte di uno specialista, in generale il consumo di frutta a fine pasto può essere addirittura vantaggioso per diversi motivi:
– chiudere il pasto con il sapore dolce della frutta può scoraggiare l’assunzione di dolci a fine pasto, favorendo di conseguenza una minore assunzione di calorie;
– la frutta può contribuire ad aumentare il senso di sazietà;
– gli acidi organici e la vitamina C presenti nella frutta possono favorire l’assorbimento del ferro presente negli altri alimenti del pasto.

Per quel che riguarda i possibili effetti indesiderati, il consumo di frutta a fine pasto si può effettivamente associare ad un rallentamento della digestione o a un’eccessiva produzione di gas, con conseguente gonfiore e fastidio, nei soggetti che presentano problematiche di tipo gastrointestinale (dispepsia, sindrome dell’intestino irritabile e meteorismo, ad esempio). Solo in questi casi può essere consigliabile consumare la frutta in altri momenti della giornata.

 

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(1) Cialfa, E., D’amicis, A., Leclercq, C., Quaglia, G. B., Sette, S., Ticca, M., & Tomassi, G. (2003). Linee guida per una sana alimentazione italiana. Roma: Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione.