Negli ultimi mesi sono stati presentati diversi candidati per il trattamento dell’infezione da nuovo coronavirus, uno tra tutti la quercetina. Un nuovo studio italiano, pubblicato su Pharmacological Research, ha messo al vaglio un altro flavonoide, la naringenina.
Il gruppo di ricerca del San Raffaele di Milano, La Sapienza di Roma e dell’Università di Genova sembra aver identificato la naringenina, contenuta in particolar modo nel pompelmo ma anche in altri agrumi, come possibile alleato per la cura del COVID-19.
Il team di ricerca, studiando in vitro i canali endo-lisosomiali TPC (Two-Pore Channels) presenti nelle cellule, ha scoperto che la naringenina può inibire questi canali, bloccando l’avanzare dell’infezione. I virus come SARS-CoV-2 sembrano infatti seguire la via endo-lisosomiale per entrare all’interno della cellula e attivare la loro replicazione e già in precedenza era stato dimostrato che i TPC bloccanti riducono l’infettività di virus come Ebola e MERS-CoV.
Inoltre, questo primo studio mostra come la molecola sia anche in grado di contrastare in modo efficace la produzione di citochine infiammatorie come TNF-α e IL-6, ovvero la “tempesta” infiammatoria che si scatena durante l’infezione virale.
Grazie a questi risultati, è ora disponibile un nuovo modello molecolare per studiare l’infezione da coronavirus e soprattutto un potenziale bersaglio farmacologico su cui fare ulteriori studi.
Ciò nonostante, siamo ancora lontani dal poter affermare effetti benefici del mangiare pompelmo tutti i giorni.
Clementi, N., Scagnolari, C., D’Amore, A., Palombi, F., Criscuolo, E., Frasca, F., … & Carpaneto, A. (2020). Naringenin is a powerful inhibitor of SARS-CoV-2 infection in vitro. Pharmacological research.
La naringenina, come la curcuma, vede aumentare il suo assorbimento dal piper nigrum.
Come la quercetina è attiva contro la tempesta citochinica da Covid , quindi mi auguro che tali studi abbiamo seguito.