Il 19 maggio 2022, il Ministero della Salute, in occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) ha organizzato una conferenza al fine di fare il punto su queste patologie, ancor più a seguito delle restrizioni imposte dalla pandemia, che hanno notevolmente ridotto l’attenzione su questa tematica.
MICI: cosa sono e quanto sono diffuse?
Le MICI sono prevalentemente rappresentate da due patologie distinte caratterizzate entrambe da un’infiammazione cronica dell’intestino: la Malattia di Crohn (MC) e la Colite Ulcerosa (CU). L’esordio delle MICI avviene generalmente tra i 15 e i 40 e si manifestano spesso (40-50% dei pazienti) con delle manifestazioni immunologiche extra-intestinali, localizzate generalmente a livello articolare, cutaneo, oculare, epatico.
In particolare, la MC è caratterizzata da un processo infiammatorio cronico che coinvolge a tutto spessore uno o più segmenti del tratto digerente, mentre la CU è rappresentata da un processo infiammatorio cronico che coinvolge la mucosa del colon senza soluzione di continuità, partendo dal retto.
Si stima che nel mondo siano affette da MICI circa 7.000.000 di persone mentre in Italia la prevalenza complessiva di queste malattie è di 392,2 per 100mila abitanti con circa 135 su 100mila abitanti affetti da MC e 258,7 su 100mila da CU. Il numero di casi, inoltre, sembra essere maggiore tra le persone di sesso maschile (+ 25-28% circa).
MICI: processo assistenziale
Il processo assistenziale coinvolge, in momenti diversi e con ruoli diversi, più figure professionali (MMG/PLS, gastroenterologo/internista, radiologo, chirurgo, reumatologo, dermatologo, oculista psicologo). I principali obiettivi dell’assistenza sono rappresentati dal mantenimento di un buono stato funzionale e la prevenzione degli effetti del malassorbimento. Il follow-up è gestito di solito dalla struttura specialistica e dalla medicina di base; ma il paziente con malattia aggressiva o manifestazioni extra-intestinali necessita di un inquadramento multi-specialistico, in base alla gravità del quadro clinico.
I pazienti affetti da MICI, al pari di tutti gli altri assistiti, possono usufruire delle prestazioni e dei servizi garantiti dal SSN e contenuti nei LEA nelle aree principali di prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. La MC e la CU sono inoltre inserite nell’elenco delle malattie croniche e invalidanti con codice di esenzione 009 che consente di usufruire in esenzione di oltre 30 prestazioni di specialistica ambulatoriale appropriate per il monitoraggio della malattia e la prevenzione di eventuali complicanze e aggravanti secondo quanto previsto dal d.lsg 124/98.
MICI: impatto sulla popolazione colpita
Le Malattie infiammatorie croniche intestinali hanno un rilevante impatto clinico, sociale ed economico.
Dal punto di vista clinico circa il 17% dei pazienti MICI ha ricevuto una diagnosi a ben 5 anni dall’insorgenza dei sintomi e oltre il 65% ha necessitato cure di emergenza prima della diagnosi, con necessità di intervento chirurgico fino al 40% dei casi per MC e del 20% dei casi per CU.
L’impatto sociale si riflette sulla qualità della vita, sul benessere psicologico, sulle relazioni sociali e su quelle affettive. Il 53% dei pazienti MICI dichiara infatti un significativo impatto sulla vita quotidiana, il 21% dei pazienti riferisce di aver subito discriminazione e sono numerosi gli studi europei che riportano un aumento delle assenze dal lavoro e delle disabilità. Dal punto di vista economico, infine, dai dati presentati emerge come in Europa il costo diretto annuo stimato per un paziente affetto da MC sia 2088 euro, 3542 euro nel caso della CU.