Per la prima volta, una ricerca ha esaminato il contenuto di microplastiche in frutta e verdura, stimando la nostra esposizione quotidiana alle microplastiche da questi gruppi di alimenti (1).
Nel 2019, uno studio pubblicato da ricercatori canadesi aveva stimato un’assunzione annua di microplastiche tra le 81.000 e le 123.000 particelle, considerando solamente il consumo di pesce, frutti di mare, crostacei, zucchero, miele, sale e bevande alcoliche (2). Un’altra ricerca, a cura dell’Università australiana di Newcastle, sempre pubblicata lo scorso anno, aveva suscitato grande sorpresa affermando che ogni settimana una persona ingeriva una quantità di plastica pari al peso di una carta di credito: in questo caso l’analisi aveva considerato alimenti come acqua, molluschi e sale (3). Ma le microplastiche possono essere presenti anche in frutta e verdura, alimenti per i quali il WHO suggerisce un consumo pari almeno a 400 g al giorno; considerati i livelli di consumo e l’assenza di regolamentazioni e limiti a riguardo, risulta fondamentale monitorare anche il rischio associato all’assunzione di questi alimenti (1).
Gli alimenti presi analizzati dallo studio sono stati mele, pere, carote, lattuga, broccoli e patate, 6 campioni per ciascun alimento, per un totale di 36 campioni, acquistati presso 6 diversi punti vendita di Catania (3 fruttivendoli, 2 negozi a km zero e 1 supermercato) (1). Usando una tecnica messa a punto dall’Università di Catania, sono state misurate le quantità e le dimensioni delle microplastiche <10 μm contenute negli alimenti stessi (1).
In base ai risultati, mele e carote sono risultate rispettivamente il frutto e la verdura più contaminati, mentre la lattuga era la più povera in assoluto in microplastiche. Considerando i valori mediani, negli alimenti analizzati sono state riscontrate tra le 52.000 e le 223.000 particelle per grammo di alimento: nonostante una bassa variabilità in termini di dimensioni, le particelle più piccole sono state trovate nelle carote, le più grandi nella lattuga.
Le maggiori concentrazioni di microplastiche nella frutta rispetto alla verdura, sostengono i ricercatori, vanno attribuiti a fattori quali vascolarizzazione della polpa, maggiori dimensioni dell’alimento e complessità dell’apparato radicale, per di più l’età dell’albero può aumentare l’accumulo a cui le verdure sono meno esposte, avendo un ciclo di vita più breve (1).
Considerando poi la stima delle assunzioni giornaliere di questi alimenti in base all’indagine INRAN-SCAI e il peso corporeo medio di un soggetto (70 kg, nel caso degli adulti, 16 kg, nel caso dei bambini), è stata calcolata una stima di assunzione giornaliera stimata tra 2,96∙104 e 4,62∙105 particelle su peso al giorno (p/kg*day) per gli adulti, mentre per i bambini tra 7,65∙104 e 1,41∙106 p/kg*day. In entrambi i gruppi l’assunzione principale deriva dal consumo di mele e la più bassa da quello di carote.
L’EDI, concludono gli autori, della frutta e della verdura analizzata è comunque inferiore a quella relativa al consumo di acqua in bottiglia riscontrata da uno studio precedente, che è pari a 1,5∙106p/kg*day e 3,4∙106 p/kg*day rispettivamente per adulti e bambini (1) (4).
- Conti, G. O., Ferrante, M., Banni, M., Favara, C., Nicolosi, I., Cristaldi, A., … & Zuccarello, P. (2020). Micro-and nano-plastics in edible fruit and vegetables. The first diet risks assessment for the general population. Environmental Research, 109677.
- Cox, K. D., Covernton, G. A., Davies, H. L., Dower, J. F., Juanes, F., & Dudas, S. E. (2019). Human consumption of microplastics. Environmental science & technology, 53(12), 7068-7074.
- de Wit, W., & Bigaud, N. (2019). No plastic in nature: assessing plastic ingestion from nature to people. World Wildlife Fund, Gland, Switzerland.
- Zuccarello, P., Ferrante, M., Cristaldi, A., Copat, C., Grasso, A., Sangregorio, D., … & Conti, G. O. (2019). Exposure to microplastics (< 10 μm) associated to plastic bottles mineral water consumption: The first quantitative study. Water research, 157, 365-371.