Recenti ricerche hanno dimostrato che il comportamento alimentare non è influenzato solamente da fattori intrinseci, come la fame o lo stato psicologico, ma anche da fattori ambientali quali luce, temperatura o musica. In particolare, una nuova ricerca pubblicata su Appetite ha mostrato come la musica possa influenzare la durata dei momenti di consumo del pasto.
I ricercatori hanno condotto 2 esperimenti in cui i partecipanti – 97 persone reclutate in Danimarca, tra i 18 e i 100 anni – consumavano pezzi di cioccolato in condizioni ‘sonore’ differenti, silenzio o musica, variando anche il tipo di musica. In particolare, sono state utilizzate musiche diverse per le variabili tempo, la velocità della melodia, e articolazione, il “legame” tra le note (si parla di “legato”, quando non ci sono silenzi tra le note, e “staccato”, quando le note sono separate da pause). Durante l’esperimento, si registrava la durata impiegata per il consumo di cioccolato, senza che i partecipanti ne fossero consapevoli.
Nel primo esperimento gli scienziati hanno fatto ascoltare 2 versioni della stessa composizione ma variandone tempo e articolazioni, lento-legato vs veloce-staccato. La durata del pasto è risultata significativamente maggiore durante l’ascolto del lento-legato, tipico di musiche molto melodiose. In un secondo momento sono state introdotte 3 nuove condizioni: nessuna musica, lento-staccato e veloce-legato. In questo caso, la durata del momento di consumo è risultata maggiore in presenza di musica, rispetto al silenzio, e maggiore in assoluto durante l’ascolto del lento-legato, confermando l’associazione già riscontrata nel corso del primo esperimento.
In generale, sembra che l’ascolto di musica mentre si consuma un pasto, qualunque essa sia, possa dilatare i tempi di consumo rispetto a mangiare in condizioni di totale silenzio e la musica più lenta e melodiosa potrebbe essere ancor più efficace in tal senso. I risultati sono interessanti alla luce del fatto che l’ascolto della musica potrebbe essere promosso come approccio per “rallentare” i pasti, con un possibile impatto positivo anche sull’aumento del senso di sazietà e sulla riduzione delle porzioni.
Mathiesen, S. L., Mielby, L. A., Byrne, D. V., & Wang, Q. J. (2020). Music to eat by: A systematic investigation of the relative importance of tempo and articulation on eating time. Appetite, 104801.