È nota la tendenza maschile a cercare di evitare o ritardare il più possibile visite mediche, esami e screening per la prevenzione. Le motivazioni sono diverse e sono state indagate (1) nel 2016 dall’Orlando Health, in un’indagine che ha coinvolto 2.042 uomini.
Tra le scuse più ricorrenti sono emerse la mancanza di tempo, la paura di scoprire che qualcosa non va e il fatto di non sentirsi a proprio agio con alcuni esami tra cui, in particolare, il controllo della prostata. Una seconda indagine (2), sempre condotta dall’ Orlando Health ma su 900 uomini nel 2022, ha rilevato che un terzo degli uomini non ritiene di aver bisogno di screening sanitari annuali e due terzi credono di essere più sani degli altri in generale.
La prevenzione oncologica maschile dovrebbe, però, richiamare maggiore attenzione e impegno da parte di tutti. Si stima, infatti, che nel corso della vita un uomo su due si ammali di tumore e, in generale, che gli uomini vivano 5 anni in meno rispetto alle donne per motivi molto spesso prevenibili (3).
Le neoplasie “azzurre” più frequenti sono il tumore della prostata (18,5%), il tumore del polmone (14,1%), il tumore del colon–retto (12%), il tumore della vescica (10,5%) e quello del rene e vie urinarie (4,6%) (3) e seppure più rari, il tumore al testicolo ed il carcinoma del pene (4).
Secondo l’ultimo rapporto della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) (5), su un campione di 1000 uomini di età compresa tra i 18 e i 64 anni, il problema è ancora largamente sottovalutato; il 50 % degli uomini (intervistati), infatti, non ha mai effettuato controlli oncologici, nonostante il 69% pensi che i tumori siano le patologie più temibili.
Nonostante ciò, nei Paesi occidentali si registrano circa 55 nuovi casi di tumore alla prostata per 100 mila abitanti ogni anno, con un aumento dei casi dagli over 50 sino a raggiungere un picco per gli over 70 anni. La prognosi dipende soprattutto dall’estensione della neoplasia al momento della diagnosi e dall’età del paziente. In Italia, in particolare, si registrano ogni anno 36 mila nuovi casi di cui 2/3 negli over 65 anni (4).
Gli screening tra gli over 50 risultano più diffusi e la maggior parte degli uomini afferma di aver fatto una visita di controllo almeno una volta nella vita. In particolare, gli screening e i controlli più diffusi riguardano il tumore alla prostata, il quale incute notevoli preoccupazioni, soprattutto tra gli over 64: più della metà degli intervistati (55%) si sente molto a rischio.
Anche dieta e forma fisica influiscono
Come per la maggior parte delle patologie croniche, tumorali e non, una dieta ricca di grassi e fattori di rischio correlati come l’obesità sembrano partecipare all’aumento dell’incidenza. Anche le carenze in micronutrienti sembrano configurarsi come un fattore di rischio, tra cui i deficit di vitamina D e selenio, elementi che contribuiscono a mantenere la normale funzione del sistema immunitario e che proteggono le cellule dallo stress ossidativo (4). La prevenzione primaria, declinabile per ogni sesso, dovrebbe porre le sue radici fin dall’infanzia, educando a abitudini e stili di vita sani da perpetuare negli anni a seguire: attività fisica regolare, alimentazione sana ed equilibrata, mantenimento del corretto peso corporeo, astensione da alcol e fumo e igiene del sonno.
I primi passi per la prevenzione
Il consiglio della Società Italiana di Urologia (SIU) è di iniziare a sottoporsi a visite, esami e valutazioni urologiche a partire dai 40 anni. La valutazione primaria consiste in un’accurata analisi dei possibili fattori di rischio associati alle principali malattie che possono colpire gli uomini in età adulta e sull’esame clinico dei genitali esterni e della prostata. Oltre a questa visita, si consiglia anche un’analisi ematica per il dosaggio del PSA (indice di salute prostatica e marker del tumore della prostata). Conoscere prima possibile e intervenire repentinamente permette un miglior successo delle cure, portando le stesse a essere in molti casi meno invasive (6).
Le iniziative
Movember: tra le iniziative più note e originali è bene ricordare Movember, una fondazione che si occupa di prevenzione per la salute mentale e oncologica maschile. Il termine stesso Movember nasce dalla fusione di moustache (baffi in inglese) e November (novembre in inglese). L’idea è di farsi cresce i baffi al fine di partecipare alla campagna di donazioni per la ricerca in materia di prevenzione oncologica e mentale.
Anche SIU (Società Italiana Urologia) offre numerosi spunti e occasioni di aggiornamento per gli esperti della salute, con un’agenda fitta di eventi sul tema.
- Orlando Health- Survey finds why most men avoid doctor visits (2016).
- Orlando Health- Survey: A third of men do not believe they need annual exams and most think they are naturally healthier than others (2022)
- AIRC- Le statistiche del cancro (2021)
- LILT- Percorso Azzurro (2021)
- LILT, SWg- È una cosa da maschi (2020)
- SIU- Movember (2022)