L’obesità è una patologia multifattoriale, in cui sia lo stile di vita che la predisposizione genetica svolgono un ruolo importante. Sebbene siamo portati a pensare che la predisposizione genetica sia qualcosa di ‘immutabile’, studi precedenti hanno mostrato come questa possa essere in qualche modo modulabile. Un team di ricercatori delle università di Tulane e di Harvard ha approfondito il tema, seguendo una coorte di circa 13 mila soggetti, sia uomini che donne, e valutandone abitudini dietetiche, predisposizione genetica all’obesità e variazioni ponderali ogni 4 anni.
Dopo un follow-up di 20 anni, è emerso come l’adesione a modelli dietetici salutari, come la dieta DASH ad esempio, incidesse significativamente sulla riduzione del peso corporeo e del BMI, con un effetto più evidente nei soggetti geneticamente più a rischio. Inoltre, nei soggetti più predisposti, il rischio genetico è risultato in qualche modo attenuato grazie all’effetto della dieta.
Questi risultati testimoniano come la predisposizione genetica non sia da considerarsi una barriera alla promozione della salute, confermando l’efficacia di promuovere una corretta alimentazione in tutta la popolazione.
Wang, T., Heianza, Y., Sun, D., Huang, T., Ma, W., Rimm, E. B., … & Qi, L. (2018). Improving adherence to healthy dietary patterns, genetic risk, and long term weight gain: gene-diet interaction analysis in two prospective cohort studies. bmj, 360,