Gli OGM sono prodotti che vengono alterati grazie alla modificazione genica; vengono inseriti geni di altre specie nel loro DNA, di modo che possano essere più funzionali per l’uomo, che possano crescere più in fretta o magari acquistare proprietà che in precedenza non avevano. Le principali culture transgeniche sono soia, mais, cotone e colza resistenti ad erbicidi e insetticidi. Un esempio molto famoso di OGM è il Golden Rice (varietà di riso geneticamente modificata), progettata per accumulare carotenoidi con attività di provitamina A nel suo endosperma; questa coltura è adatta alla compensazione della carenza della provitamina in questione, particolarmente diffusa nei paesi dove il riso è l’alimento principale della dieta.
Alcuni altri meriti degli OGM sono:
- il controllo dell’insorgenza di svariate malattie;
- la maggiore velocità di crescita, collegata alla maggiore quantità di cibo fornita alla popolazione;
- la capacità di crescere in luoghi climaticamente non favorevoli;
- la migliore resistenza a pesticidi ed insetti, che porta ad un limitato utilizzo di quest’ultimi, rendendo l’alimento più sano per l’uomo e per l’ambiente.
Guardandoli sotto questa lente ci appaiono brillanti, ma perché non è tutto oro ciò che luccica?
L’assunzione di OGM è correlata con l’insorgenza di malattie immuni agli antibiotici, ciò ne sottolinea un importante rischio per il consumatore. Altro problema riguarda la biodiversità. Le varietà OGM potrebbero diventare dominanti, in quanto più resistenti delle altre, e quindi le varietà tradizionali venire gradualmente perse. È anche da aggiungere la mancanza di conoscenza degli effetti a lungo termine di questi alimenti che può creare spavento. Le culture OGM sono ampiamente diffuse in tutto il mondo. Circa il 13% della superficie arabile mondale è stata coltivata con culture OGM.
Attualmente in Italia, non sono autorizzate agricolture OGM (se non a scopo sperimentale) ma ne è consentita la commercializzazione seguendo specifiche regole di etichettatura. Inoltre, molte culture OGM vengono utilizzate come mangimi per animali destinati al consumo umano. Queste specie però non vengono etichettate come geneticamente modificate, risultando molto difficile per il consumatore evitarle. L’unica possibilità che ne consegue è quella di prediligere prodotti derivati da animali dove viene specificata l’alimentazione non OGM.
In conclusione, è importante controllare questi prodotti senza però demonizzarli. Conoscere gli alimenti OGM faciliterà la scelta del consumatore; l’informazione è sempre la chiave per poter acquisire consapevolezza nelle proprie scelte.
Bibliografia
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Articolo a cura di Federica Ballarini