Nonostante il consumo di sale sia ormai un riconosciuto problema per la salute pubblica (1), l’assunzione nella popolazione generale rimane ancora troppo elevata.
A tal proposito, per aumentare la sensibilità collettiva sul tema, dal 14 al 20 marzo 2022, sarà la Settimana Mondiale per la Riduzione del Consumo di Sale, importante iniziativa promossa dalla World Action on Salt, Sugar and Health (WASSH). Quest’ultima è un’ associazione con partner in 100 Paesi di diversi continenti, costituita nel 2005 proprio per migliorare la salute delle popolazioni attraverso la graduale riduzione dell’introito di sale ad un massimo di 5 g al giorno, come raccomandato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2).
Consumo di sale in Italia
Se a livello globale emerge come il consumo giornaliero di sale sia in media il doppio di quello raccomandato dall’OMS, in Italia i valori sono di poco inferiori. Nel periodo 2018-2019, attraverso la raccolta delle urine delle 24 ore in campioni di popolazione tra i 35 e i 74 anni residenti in 10 regioni, è stato possibile osservare un consumo medio giornaliero di sale pari a 9,5 g negli uomini e 7,2 g nelle donne, risultando inferiore a 5 g al giorno soltanto nel 9% degli uomini e nel 23% delle donne (3). Questi risultati, se confrontati a quelli del periodo 2008-2012, dove il consumo di sale giornaliero era 10,8 g negli uomini e 8,6 g nelle donne, risultano lievemente migliori (3); tuttavia, a quanto si evince dai risultati preliminari del progetto MINISAL-GIRCSI, che raccoglie i dati di 15 regioni italiane su 1519 uomini e 1450 donne di età compresa tra i 35 e i 79 anni, emerge invece come il consumo medio giornaliero non sia affatto migliorato ma anzi coincida con 10,9 g di sale per gli uomini e 8,6 g per le donne (4).
In ogni caso, che i valori siano lievemente migliori, lievemente peggiori o costanti rispetto al periodo precedente, emerge chiara la necessità di intervenire con campagne di sensibilizzazione e politiche mirate, così da portare i livelli del consumo di sale almeno a valori confrontabili con quanto raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, tanto a livello nazionale quanto internazionale.
Le 5 raccomandazioni 2022 dell’OMS
L’OMS, per la Settimana Mondiale per la Riduzione del Consumo di Sale, sottolinea l’importanza di ridurne l’assunzione e mette in evidenza le azioni pratiche che le autorità degli Stati membri possono intraprendere per attuare nuove politiche e promuovere la salute e il benessere.
Tra le raccomandazioni, in particolare, ne emergono cinque:
1. Non consumare più di 5 grammi al giorno
Per gli adulti, come anticipato, l’OMS raccomanda di non consumare più di 5 g di sale ogni giorno. Per i bambini la raccomandazione è ancora meno: 2 g di sale al giorno. Si stima infatti che ridurre l’assunzione di sale anche solo del 15% eviterebbe 8,5 milioni di morti premature in 10 anni nelle economie a basso e medio reddito e potrebbe produrre un risparmio sui costi nei paesi ad alto reddito.
Gli Stati membri, a fronte di questa evidenza, hanno concordato una riduzione del 30% dell’assunzione di sale entro il 2025 quale intervento prioritario per ridurre le malattie non trasmissibili (NCD).
2. Controllare l’etichetta e scegliere l’opzione con meno sale
Considerando che in alcuni Paesi, fino all’80% del sale può provenire dagli alimenti trasformati, l’OMS raccomanda agli Stati membri di implementare un’etichettatura nutrizionale più chiara e sulla parte anteriore della confezione così da aiutare da un lato, i consumatori ad orientarsi correttamente, dall’altro, le industrie alimentari a riformulare i loro prodotti.
3. Riformulare i prodotti salati
L’OMS ha sviluppato dei benchmark globali per stabilire i livelli di sodio in diverse categorie alimentari così da consentire l’effettiva riformulazione degli alimenti trasformati. La riformulazione, tra le altre cose, è stata identificata come politica non solo efficace, quanto economicamente fattibile e, secondo i più recenti studi, le diete contenenti prodotti che soddisfano gli obiettivi nutrizionali sembrano anche associate a una riduzione complessiva del rischio di malattia.
4. Attenzione al sale negli alimenti ordinati tramite app
Gli alimenti disponibili attraverso le app di consegna dei pasti sono associati ad alti livelli di sale, così come calorie, zucchero e grassi saturi. Dato che sempre più delle nostre decisioni relative a cibo e bevande vengono prese nell’arena digitale, è importante che le autorità sanitarie pubbliche comprendano il potenziale impatto delle app di consegna sulle NCD e sulle altre preoccupazioni di salute pubblica.
5. Concentrarsi sui gruppi vulnerabili
Considerata la maggior predisposizione al consumo di sale nelle fasce di popolazione socio-economicamente svantaggiate (consumi fino al 5-10% superiori), l’OMS invita ad agire per ridurre le disuguaglianze e sostiene un’azione unitaria per una salute migliore (5).
1. Hunter, R. W., Dhaun, N., & Bailey, M. A. (2022). The impact of excessive salt intake on human health. Nature Reviews Nephrology, 1-15.
2. World Health Organization. (2012). Guideline: sodium intake for adults and children. World Health Organization.
3. Ministero della Salute (2022). 14-20 marzo 2022, Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale.
4. Donfrancesco, C., Ippolito, R., Lo Noce, C., et al. on behalf of the MINISAL-GIRCSI Program Study Group. (in press) Dietary sodium and potassium intake in Italy: main features and preliminary results of the “MINISAL-GIRCSI” program. Nutrition, Metabolism and Cardiovascular Disease.
5. World Health Organization WHO (2022). 5 recommendations to reduce salt intake to live longer and healthier lives