La frutta secca (noci, nocciole, mandorle) e i semi oleosi (semi di zucca, lino) sono dei validi alleati nella prevenzione delle malattie cronico-degenerative, soprattutto cardiovascolari, presumibilmente per la loro composizione nutrizionale dalla quale emerge un buon quantitativo di acidi grassi insaturi, fibra, acido folico, minerali e composti bioattivi.
Oltre ai semi più noti, tuttavia, esistono anche varietà antiche, sconosciute e davvero particolari con altrettante proprietà. È il caso della Plukenetia volubilis, o Sancha inchi, promettente coltura di semi oleosi con oltre 4000 anni.
Che cos’è la Sancha Inchi?
La Sacha inchi (Plukenetia volubilis), conosciuta anche come arachide Inca o arachide delle montagne, è una coltura di semi oleosi appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae, la stessa della Manioca.
È una pianta antica, probabilmente scoperta dalle civiltà Pre-Incas oltre 3000-5000 anni fa, nata in Perù e distribuita lungo il bordo occidentale e settentrionale del bacino amazzonico.
All’inizio del ventunesimo secolo, il governo peruviano l’ha dichiarata specie in pericolo e ha iniziato a sostenere progetti per la sua coltivazione sostenibile così da evitarne la scomparsa. Oggi questa coltura ricopre un ruolo non marginale nell’economia locale ed è impiegata nell’industria farmaceutica, cosmetica e alimentare. Di questa pianta vengono consumati sia semi che foglie.
Gli indigeni sono soliti consumarli entrambi arrostiti, o comunque cotti, e i semi, in particolare, costituiscono un ingrediente importante per diverse preparazioni tradizionali come l’inchicapi, e i tamales. Globalmente invece l’uso dei semi è noto per l’estrazione di un olio dalle proprietà sensoriali elevate, premiato a Parigi per 3 anni consecutivi dall’Agence pour la Valorisation des Produits Agricoles (AVPA). Oltre alle proprietà sensoriali quest’olio ha attirato negli anni l’interesse dei ricercatori delle industrie alimentari e degli esperti della nutrizione soprattutto per la quantità di acido alfa linolenico e il rapporto ben bilanciato che presenta tra gli acidi grassi ω-3: ω-6 (~1,41:1) (1).
Proprietà nutrizionali della Sancha Inchi
I semi di Sancha Inchi presentano una composizione nutrizionale caratterizzata dal 33,4-54,7% di grassi, il 24,2-33,3% di proteine, il 6,6-30,9% di carboidrati, il 6,6-11,3% di fibre e il 2,7-6,5% di ceneri (2).
I semi crudi presentano fitotossine e per tanto non sono commestibili; se cotti invece sono un’ottima fonte di acidi grassi polinsaturi (PUFA) e proteine di buona qualità. Confrontando i valori nutrizionali dei semi di Sancha Inchi con i semi oleosi più noti, come lino e chia, è possibile evidenziare come i primi presentino un contenuto di grassi totali e proteine superiore di circa il 15%. Rispetto a colza e soia, invece, presentano un contenuto superiore di grassi (33,4-54,7%) (3).
Il minerale più abbondante è il potassio (K= 775 mg/ 100 g di semi intero) seguito da fosforo (P= 580 mg/100 g), magnesio (Mg =321–344 mg/100 g), calcio (Ca = 126–297 mg/100 g), ferro (Fe = 4–10mg/100 g) e zinco (Zn = 4–5 mg/100 g).
Infine, l’olio che si estrae dai semi di Sancha Inchi, come anticipato, è composto per circa l’80% da acidi grassi polinsaturi (equivalente più o meno all’olio di lino o di chia) e dal 9% di acidi grassi monoinsaturi (MUFA), tuttavia sono presenti ancora perplessità sul suo consumo ad alte temperature in quanto particolarmente soggetto ad ossidazione. Pertanto, affinché questo seme possa ottenere il suo spazio meritato nel mondo della nutrizione, sono necessarie ulteriori ricerche così da determinarne condizioni di produzione ottimali, sicurezza e applicazioni alimentari possibili.
1. Goyal, A., Tanwar, B., Sihag, M. K., & Sharma, V. (2022). Sacha inchi (Plukenetia volubilis L.): An emerging source of nutrients, omega-3 fatty acid and phytochemicals. Food Chemistry, 373, 131459.
2. Bueno-Borges, L. B., Sartim, M. A., Gil, C. C., Sampaio, S. V., Rodrigues, P. H. V., & Regitano-d’Arce, M. A. B. (2018). Sacha inchi seeds from sub-tropical cultivation: effects of roasting on antinutrients, antioxidant capacity and oxidative stability. Journal of food science and technology, 55(10), 4159-4166.
3. Tanwar, B., & Goyal, A. (Eds.). (2021). Oilseeds: Health Attributes and Food Applications. Springer.