Il tumore al seno, in Italia, è il tumore più frequente, con oltre 50000 nuovi casi stimati nel 2019 (1). Le raccomandazioni per la sua prevenzione, stilate dal World Cancer Research Fund (WCRF) e comprendenti indicazioni sia relative all’alimentazione che allo stile di vita, sono state aggiornate l’ultima volta nel 2018 (2). Per la prima volta uno studio condotto dall’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dal dipartimento di Scienze cliniche dell’Università degli Studi Milano, in collaborazione con altri centri di ricerca italiani e svizzeri,ha quantificato la riduzione del rischio che si avrebbe con l’adesione a tali raccomandazioni.
Lo studio, pubblicato recentemente sulla rivista Nutrients, ha coinvolto 6426 soggetti, di cui 3034 con tumore al seno e 3392 sani (3). Le raccomandazioni per la prevenzione considerate sono state quelle pubblicate dal WCRF nel 2018 e rispettivamente:
• mantenere un BMI compreso tra 18,5 e 24,9 kg/m2,;
• svolgere attività fisica quotidianamente;
• seguire una dieta ricca di cereali integrali, verdure, frutta e legumi;
• limitare il consumo di cibi “fast-food” e alimenti trasformati (in particolare, se ricchi di grassi, zuccheri o amidi);
• limitare il consumo di carni rosse (specialmente salumi e carni conservate);
• evitare il consumo di bevande zuccherate;
• limitare il consumo di alcol;
• non usare supplementazioni;
• allattare al seno (2).
L’aderenza raccomandazioni del WCRF è stata valutata somministrando ai soggetti un apposito questionario: per ciascuna raccomandazione, a eccezione di quella relativa alle supplementazioni, veniva attribuito un punteggio pari a 1 nel caso di aderenza completa alla raccomandazione, pari a 0,5 per aderenza parziale e pari a 0 per mancata aderenza. Il punteggio complessivo totalizzato da ciascun soggetto poteva quindi oscillare tra 0 a 8 (3).
I risultati hanno evidenziato l’esistenza di una significativa associazione inversa tra aderenza alle raccomandazioni e rischio di tumore al seno: in particolare, le donne più compliant alle raccomandazioni – punteggio ≥ 5,5 – avevano un rischio ridotto del 40% rispetto a quelle con punteggi ≤ 4,25 (3). La protezione non sarebbe legata a una specifica raccomandazione, bensì all’insieme delle raccomandazioni; ogni singolo punto aggiuntivo di aderenza alle raccomandazioni diminuiva il rischio del 17% (3).
Gli stessi ricercatori hanno condotto anche una metanalisi di 15 studi sull’argomento, per un campione complessivo di 37.000 donne con tumore al seno, confermando che i soggetti che seguivano le raccomandazioni avevano un rischio ridotto di oltre un terzo rispetto a soggetti poco compliant (3). Inoltre, ogni aumento di 1 punto del punteggio di aderenza comportava una riduzione del rischio relativo del 9% (3).
Come sottolineato dal Professor Carlo La Vecchia, docente di Statistica medica ed epidemiologia all’Università degli Studi di Milano e coordinatore dello studio, “questi risultati danno un importante messaggio di salute pubblica, perché confermano la rilevanza dei fattori di rischio “modificabili”, quali dieta, attività fisica e peso corporeo, nella lotta al tumore della mammella. Le buone pratiche a tavola, in particolare, hanno la capacità di ridurre il rischio di incidenza di oltre un terzo, per cui è importante favorirne la conoscenza e l’applicazione da parte di tutte le donne in qualunque fascia d’età“.
1. Associazione Italiana Di Oncologia Medica – Associazione Italiana Registri Tumori. (2019). I numeri del cancro in Italia nel 2019.
2. World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research. (2018). Diet, nutrition, physical activity and cancer: a global perspective. Continuous update project expert report.
3. Turati, F., Dalmartello, M., Bravi, F., … & La Vecchia, C. (2020). Adherence to the World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research Recommendations and the Risk of Breast Cancer. Nutrients.