Il consumo abituale di latticini prima dei pasti potrebbe portare a una riduzione dell’appetito con conseguente riduzione dell’assunzione di cibo e della glicemia post-prandiale. Questo è quanto si evince da un recente studio pubblicato sul Journal of Nutrition, che evidenzia come quanto affermato sia diversamente valido in base a parametri quali età e sesso, offrendo nuovi spunti di riflessione sulla complessa interazione tra matrice lattiero-casearia e processi metabolici.
Al fine di inquadrare gli effetti dell’assunzione di latticini prima di un pasto nei diversi soggetti, i ricercatori hanno selezionato e diviso i partecipanti in due gruppi: da una parte 31 giovani adulti sani con un’età compresa tra i 20 e i 30 anni, dall’altra 39 adulti sani e in sovrappeso con un’età compresa tra i 60 e i 70 anni. Ognuno di loro si è recato presso lo studio di ricerca 5 volte, durante le quali ha consumato alternativamente acqua o due porzioni di latte scremato, latte intero, yogurt greco o formaggio cheddar (1). Trascorse due ore dall’assunzione, è stato offerto un pasto ad libitum a base di pizza da mangiare fino al raggiungimento della sazietà. Le misurazioni della glicemia e di una serie di ormoni (tra cui insulina, GLP-1, grelina) sono state effettuate sia in condizioni basali che dopo l’assunzione di cibo. Unitamente a ciò, sono state effettuate delle valutazioni circa l’appetito soggettivo e la quantità di cibo (nel caso specifico della pizza) assunto.
A seguito delle analisi effettuate è stato evidenziato come il consumo di latticini abbia conseguenze differenti sulla risposta glicemica non solo in base alla tipologia di prodotto caseario, ma soprattutto in base al sesso e all’età di chi li consuma. In generale, si può affermare che il consumo di tutti i latticini, ad esclusione del formaggio, determina un aumento della glicemia, dell’insulinemia e del GLP-1 prima del pasto. Risultano invece diminuiti grelina, appetito soggettivo e assunzione di pizza.
Inoltre, il consumo di yogurt greco e cheddar si associa a una risposta glicemica prima di pranzo inferiore rispetto a quella del latte scremato, del latte intero e dell’acqua. Rispetto al consumo di quest’ultima, inoltre, l’assunzione di pizza è stata ridotta di 175 kcal post yogurt e di 82 kcal post latte scremato e intero.
Ciò che risulta particolarmente interessante dall’analisi effettuata è il fatto che tutti i latticini abbiano un effetto ridotto sugli adulti anziani, rispetto ai giovani, e superiore nelle donne, rispetto agli uomini. Ne consegue che, benché i latticini concorrano a favorire la sensazione di sazietà e il controllo metabolico, nella progettazione di una dieta corretta non debbano essere trascurate le relazioni tra matrici alimentari e caratteristiche quali età e sesso.
Infatti, decenni di ricerca suggeriscono che i benefici degli alimenti lattiero-caseari sono più della somma delle loro parti. La comprensione dei differenti effetti esercitati su diversi soggetti rappresenta un’importante frontiera nella ricerca sulla nutrizione e promette una nuova apertura verso la progettazione di modelli alimentari calzanti per tutte le fasi della vita (2).
- Vien, S., Fard, S., El Khoury, D., Luhovyy, B., Fabek, H., & Anderson, G. H. (2021). Age and Sex Interact to Determine the Effects of Commonly Consumed Dairy Products on Postmeal Glycemia, Satiety, and Later Meal Food Intake in Adults. The Journal of Nutrition, 151(8), 2161–2174. https://doi.org/10.1093/jn/nxab122
- Weaver, C. M. (2021). A Call for More Research Focus on the Dairy Matrix. The Journal of Nutrition, Volume 151(8), 2092–2093.https://doi.org/10.1093/jn/nxab212