Sebbene sia chiara l’esistenza di un nesso tra assunzione di zuccheri e rischio di insorgenza di malattie metaboliche croniche, disturbi correlati alla gravidanza e carie dentali, non sembra possibile definire sulla base delle evidenze disponibili, un livello massimo di assunzione tollerabile di zuccheri. È la conclusione a cui è giunto il panel di esperti EFSA che, dopo diversi anni, ha recentemente pubblicato un parere scientifico sugli zuccheri (che sarà ulteriormente sottoposto a consultazione pubblica), al fine di stabilire un limite massimo di assunzione tollerabile (UL) (1).
L’UL, all’interno dei valori di riferimento per la dieta (DRV), esprime il valore più elevato di assunzione del nutriente, oltre il quale possono verificarsi effetti avversi per la salute nella totalità degli individui di uno specifico gruppo di popolazione (2).
Perché fissare un UL per gli zuccheri?
L’idea nasce dalla richiesta di cinque Paesi europei (Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) fatta nel mese di giugno 2016 per aggiornare la valutazione sugli zuccheri già presentata dall’EFSA nel 2010. In quell’anno, infatti, era stato pubblicato un parere scientifico sui valori di riferimento per carboidrati e fibre alimentari, che includeva anche gli zuccheri.
In particolare, il parere mirava ad argomentare gli effetti di zuccheri aggiunti sulla densità dei nutrienti, la tolleranza al glucosio e la sensibilità all’insulina, associando a questi anche fattori di rischio come pressione sanguigna, peso corporeo, diabete di tipo 2 e carie dentali in adulti e bambini (3). La carenza di evidenze scientifiche, però, non aveva portato al raggiungimento dei risultati sperati (4).
È definibile un livello di assunzione tollerabile per gli zuccheri?
Gli esperti scientifici dell’EFSA hanno passato al vaglio oltre 30.000 articoli scientifici tra il 2018 e il 2020. I dati raccolti, ancora una volta, non sono stati sufficienti a stabilire un livello massimo di assunzione tollerabile o un livello di assunzione sicuro per gli zuccheri alimentari. L’impossibilità di ottenere un UL è dipesa probabilmente dal rapporto lineare che lega quantità di zuccheri assunta e potenziali rischi per la salute. In altre parole, maggiore è il quantitativo di zuccheri che viene assunto, maggiore sarà il rischio di effetti avversi, limitando così la raccolta di dati significativi (1).
E se da un lato la letteratura non fornisce i valori soglia richiesti, dall’altro, con vari gradi di certezza, 120 studi hanno fornito agli esperti evidenze sufficienti a stabilire un nesso tra assunzione delle diverse tipologie di zuccheri e rischio di insorgenza di malattie metaboliche croniche, disturbi correlati alla gravidanza e carie dentali.
In particolare, per scongiurare il rischio di carie dentali, l’EFSA suggerisce che l’assunzione di zuccheri totali dovrebbe essere la più bassa possibile mentre per scongiurare il rischio di malattie metaboliche la medesima considerazione viene fatta sulla assunzione di zuccheri aggiunti e liberi.
Lo stesso report, infine, invita esperti, individui ed organizzazioni scientifiche interessate all’argomento a fornire ulteriori informazioni utili a definire un UL per il futuro: la consultazione pubblica sul progetto di parere scientifico rimarrà aperta dal 22 luglio al 30 settembre 2021 e il 21 settembre 2021 si terrà anche un incontro pubblico online.
- European Food Safety Authority (EFSA). L’EFSA spiega: progetto di parere scientifico su un livello massimo di assunzione tollerabile per gli zuccheri alimentari. 22 Luglio 2021
- Società Italiana di Nutrizione Umana (2014). Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia per la Popolazione Italiana (IV revisione).
- EFSA Panel on Dietetic Products, Nutrition, and Allergies (NDA). (2010). Scientific opinion on dietary reference values for carbohydrates and dietary fibre. EFSA Journal, 8(3), 1462
- European Food Safety Authority (EFSA). (2018). Protocol for the scientific opinion on the Tolerable Upper Intake Level of dietary sugars. EFSA Journal, 16(8), e05393.